Parco del Colosseo, Franceschini: «Con riforma maggiore efficienza, falso che andranno meno risorse a Roma»

Parco del Colosseo, Franceschini: «Con riforma maggiore efficienza, falso che andranno meno risorse a Roma»
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Giovedì 27 Aprile 2017, 16:33 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 14:05
Con le novità per l'Area Archeologica centrale «ci sarà più efficienza e non meno in termini di tutela: prima della riforma il territorio comunale di Roma era diviso in tre sovrintendenze distinte con competenze diverse. Quando entreranno in vigore le nuove norme ci sarà un'unica con tutte le competenze per la parte archeologica, beni artistici e beni architettonici. Oggi il sovrintendete deve occuparsi contemporaneamente della gestione del Colosseo e del dare il permesso per aprire una finestra alla magliaia». Lo ha affermato il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, nel corso delle interrogazioni a risposta immediata nell'Aula di Montecitorio.

«Falso che sono state tolte risorse a Roma - continua Franceschini - Prima di questo provvedimento l'80% di risorse restava a Roma mentre il 20% andava al fondo di solidarietà per aiutare i musei con pochi incassi. Oggi è tutto identico: l'80% resta a Roma ed il 20% va al fondo. La variazione è che prima essendo tutto nelle mani della sovrintendenza speciale l'80% restava tutto lì.
Con la riforma il 50% resta al parco archeologico del Colosseo mentre il 30% va al resto di Roma, ed è un fatto migliorativo». «Questa occasione - ha aggiunto - mi dà modo di riferire alcune cose inesatte e false uscite sui giornali». La riforma, ha affermato, «non è stato un'improvvisazione del ministro ma ho lavorato in applicazione di una norma di legge che ha consentito di adeguare anche la struttura di Roma, ed in particolare l'area archeologica centrale, Il Colosseo, a quello che è avvenuto in questi due anni in materia di riforma del sistema museale e che ha portato quei risultati che tutti hanno visto. Si può essere contro questo ma non si possono dire falsità per motivare la propria opinione».


«L'area archeologica centrale di Roma rimarrà come oggi, resterà aperta: la parte a pagamento resterà a pagamento, il resto resterà aperto alla città. Ci mancherebbe altro di costruire una cosa chiusa!», ha precisato il ministro dei Beni Culturali.
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