Roma, aggredì militanti del Pd: esponente di Casapound condannato a due anni e due mesi

Roma, aggredì militanti del Pd: esponente di Casapound condannato a due anni e due mesi
di Marco Carta
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Venerdì 22 Settembre 2017, 11:43
Una condanna definitiva a due anni e due mesi di reclusione per lesioni aggravate. Si è chiusa ieri la parabola giudiziaria di Alberto Palladino, detto «Zippo», l'espo nente del movimento di destra Casapound, che la notte del 3 novembre 2011 aggredì con mazze e bastoni, insieme ad altre 15 persone mai identificate, alcuni militanti del Pd mentre attaccavano dei manifesti tra largo Valtournanche e via dei Prati Fiscali. I giudici della V sezione penale della corte di Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso dell'imputato, rendendo così definitiva la sentenza di condanna della Corte d'Appello dell'aprile 2016. Ma non andrà in carcere, chiederà l'affidamento ai servizi sociali.
«Uccidiamo questi comunisti di merda», urlavano i militanti di estrema destra. Non era solo «Zippo», quando Paolo Marchionne, Tommaso Scrivano, Pietro Liverotti, Luca Quartu e Lorenzo Agostini, tutti iscritti Pd, subirono un vero e proprio assalto squadrista mentre affiggevano alcuni volantini a poca distanza da un presidio di Casapound. Insieme a Palladino c'erano anche altre 15 persone, coperte dai caschi e da sciarpe e per questo mai identificate. Armati di bastoni di legno e mazze di metallo, il gruppo avrebbe messo in atto una vera e propria spedizione punitiva, colpendo i militanti Pd in varie parti del corpo e causando lesioni, in un caso, giudicate guaribili in quindici giorni. I picchiatori si dileguarono immediatamente con l'arrivo dei carabinieri, ma grazie alla testimonianza di uno degli aggrediti, l'ex presidente del III municipio Paolo Marchionne, fu possibile individuare proprio Palladino, responsabile di zona di Casapound, che poche settimane dopo venne arrestato con l'accusa di lesioni aggravate.

Rinviato a giudizio nel luglio 2012, Zippo, che si è sempre detto estraneo ai fatti, venne condannato a due anni e 8 mesi di reclusione, pena ridotta di sei mesi dai giudici della corte d'Appello. La condanna da ieri, dopo la decisione della Cassazione, le cui motivazioni saranno rese note entro tre mesi, è definitiva. Al momento Zippo, che già ha scontato un mese di carcere e sei mesi di arresti domiciliari, si trova in stato di libertà, in attesa di chiedere l'affidamento ai servizi sociali, come previsto dalla legge.

Ad essere soddisfatti sono soprattutto i legali delle parti civili. «La sentenza - secondo l'avvocato Luca Petrucci - riconosce in pieno la gravità della condotta delittuosa che richiama alla memoria la stagione più cupa della violenza politica». Al contrario per Domenico Di Tullio, che ha difeso Zippo in tutti e tre i gradi di giudizio, la pena sarebbe eccessiva.

«In quindici anni che difendo Casapound questo è il primo condannato in via definitiva. La Cassazione - afferma Di Tullio - nonostante la possibilità di ridurre la pena ha confermato un trattamento sanzionatorio severo rispetto ai fatti contestati. Alberto aveva solo 24 anni all'epoca, era incensurato. E' stato condannato a due anni e due mesi per delle lesioni che hanno causato quindici giorni di prognosi. Troppo».
 
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