Roma, crollo al liceo Virgilio, verifica sui tetti: fondi mai spesi dalla Provincia

Roma, crollo al liceo Virgilio, verifica sui tetti: fondi mai spesi dalla Provincia
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 9 Ottobre 2017, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 17:15

«Non siamo di fronte a un caso eccezionale, non possiamo dare la colpa al vento forte che ha scoperchiato il solaio, una parte del tetto è caduta per l'inerzia sulla manutenzione e sui controlli». Usa un tono fermo e parole chiare la neo preside del liceo classico Virgilio, Carla Alfano, il giorno dopo il cedimento di 12 metri quadri di cemento e tegole che ha aperto uno squarcio sul tetto dello storico liceo di via Giulia. A chi compete la manutenzione e la cura dell'edificio? Alla Città metropolitana, l'ex provincia di Roma per intenderci, che ha la responsabilità sulla gestione di tutte le 345 scuole superiori di Roma. Purtroppo però da anni il Virgilio è stato accantonato nelle retrovie delle priorità dall'ente metropolitano (non è l'unica scuola purtroppo). Già nel 2014 l'ex preside del Virgilio, Irene Baldriga, aveva sollecitato i tecnici dell'ente metropolitano affinché compissero delle ispezioni, verificando la tenuta del tetto e delle travi in legno che, risalendo al 500, presentavano dei problemi di tenuta. Non si è mai presentato nessuno. E alla fine il tetto è crollato, seppur in parte.

I FONDI DEL GOVERNO
Non solo: sempre l'ente metropolitano ha beneficiato di un finanziamento del governo da 277 mila euro per compiere proprio indagini sui solai delle scuole. «Eppure spiega la responsabile scuola del Pd, Simona Malpezzi il Virgilio nell'elenco non figura come una priorità». Senza contare poi i lavori fermi al palo da anni. Nel 2015 l'ex provincia isolò più di 220 mila per sostituire gli infissi, rifare le facciate della scuola sul lato di via Giulia e procedere con i lavori per l'ottenimento del certificato sulla prevenzione incendi. A che punto siamo? Per quest'ultima voce manca ancora il collaudo definito, mentre per le finestre, al netto della pulitura delle facciate, si dovrà ancora aspettare: i cantieri non sono mai partiti. La conta dei danni e delle responsabilità diventa doverosa nel day-after di un cedimento che poteva avere un epilogo diverso. Quei 12 mq sono planati su un solaio inutilizzato, risparmiando fortunatamente alunni e classi. Ma la paura è stata tanta.

LE CAUSE
Cosa ha provocato il cedimento? L'incuria di chi deve garantire la sicurezza della scuola. In parole povere, ancora l'ex provincia di Roma. Tecnicamente, una trave di almeno 5 metri che teneva il tetto in direzione obliqua si è spezzata, facendo venir giù le tegole e il cemento. E il motivo, nella sua banalità, è disarmante: la trave risalente al 500 non era stata mai ispezionata. «Colpita probabilmente dai tarli prosegue la neo preside Alfano si è deteriorata per l'inerzia dei controlli e si è spezzata».

LE ISPEZIONI
Ieri, chiaramente sono stati i tecnici della Città metropolitana a recarsi sul posto per compiere le ispezioni e le verifiche. Per la messa in sicurezza della parte interessata dal crollo ci vorranno all'incirca trenta giorni di lavori, sperando che nel frattempo non arrivino i temporali. Per quanto riguarda la spesa, invece, «la messa in sicurezza costerà al massimo 20 mila euro», analizza Giovanni Figà Talamanca, assessore alla Scuola del I Municipio. «Ma ci sono tutte le altri travi conclude l a preside da ispezionare». Altro lavoro ben più costoso in termini economici. La scuola intanto è stata dichiarata agibile e dunque da oggi riprenderanno le lezioni: due classi una terza e una quinta liceo sono state trasferite nell'ala più nuova del Virgilio, quella che affaccia sul lungotevere e che è stata realizzata negli anni Trenta. Tuttavia, incombe come uno spauracchio la minaccia dell'occupazione che, stando alle intenzioni degli studenti, potrebbe scattare già oggi.