Roma, smantellata organizzazione narcotraffico con base a San Lorenzo

Roma, smantellata organizzazione narcotraffico con base a San Lorenzo
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Giovedì 18 Gennaio 2018, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 18:39
Un supermarket della droga aperto 24 ore su 24 a San Lorenzo, uno dei quartieri della movida romana, dove poter consumare ogni tipo di sostanza, contatti con il presunto boss del clan di Gela Salvatore Rinzivillo e rapporti con un'altra organizzazione che smerciava cocaina, hashish e marijuana in tutto il Lazio. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Roma  - in campo  da stamattina circa 200 finanzieri impegnati tra Roma e Latina - che ha eseguito questa mattina un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della Dda nei confronti di 28 persone (20 in carcere e 8 ai domiciliari) accusate di far parte di un'associazione a delinquere dedita al traffico di droga.

Al momento sono 26 le persone arrestate in quanto due si trovano all'estero. L'indagine, durata oltre un anno, è partita dall'operazione contro il clan Rinzivillo che portò all'arresto di 37 persone e al sequestro di beni per 11 milioni. In quell'inchiesta i militari del Gico hanno accertato i contatti tra il presunto boss Salvatore Rinzivillo e Maurizio Pasquetto, 58enne romano: dalle indagini sarebbe emerso che l'uomo aveva una fitta rete di relazioni che gli ha permesso di rapportarsi con diverse associazioni criminali romane ed era a capo dell'organizzazione sgominata oggi. In manette anche un suo fidato collaboratore, considerato dagli investigatori il cassiere dell'associazione e magazziniere delle partite di droga.

Inoltre, era proprio a casa di Pasquetto a San Lorenzo che era stato allestito il supermarket della droga. Secondo la Guardia di Finanza, l'organizzazione guidata da Pasquetto era in contatto con un'altra associazione criminale che si occupava di smerciare la droga in tutto il Lazio. Al vertice di quest'ultima ci sarebbe il pregiudicato Gennaro Amato che, essendo ai domiciliari in una comunità terapeutica, la gestiva attraverso dei prestanome. I soldi provenienti dalla droga venivano reinvestiti da Amato in due società di Latina operanti nel settore dell'autonoleggio di vetture di lusso, intestate anche queste a prestanome.

Nel corso delle perquisizioni, la Gdf ha sequestrato le due società, oltre 70mila euro in contanti e una decina di orologi di lusso.

I provvedimenti in esecuzione scaturiscono da una minuziosa attività investigativa, protrattasi per oltre un anno e condotta dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma - Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata - anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali nonché servizi dinamici sul territorio, all'esito dei quali è stata accertata l'operatività, nella Capitale, di due sodalizi, i cui membri si sono resi responsabili di gravi condotte di narcotraffico. Le indagini hanno avuto origine dalla nota operazione Druso extra fines che, il 4 ottobre scorso, ha portato all'arresto - nel Lazio, in Sicilia, in Lombardia, in Piemonte, in Emilia Romagna e in Germania - di 37 appartenenti al clan gelese Rinzivillo, oltre al sequestro di beni e società per circa 11 milioni di euro.

Nel dettaglia dalle indagini è emerso via via un ulteriore sodalizio criminale, in contatto con la
«consorteria riferibile a Pasquetto» allo scopo di rifornirsi da quest'ultima di droga, da smerciare in tutta la Regione. Il vertice di questa associazione per delinquere era il pregiudicato Gennaro Amato (classe '60), il quale, nonostante si trovasse agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica residenziale in provincia di Roma, continuava a gestire, attraverso il suo alter ego Alessandro Contì (classe '80), un florido traffico di cocaina e marijuana. I Finanzieri hanno scoperto che Amato aveva reinvestito i proventi delle sue attività illecite nell'acquisizione, di fatto, di due società di capitali operanti nel settore del noleggio di autovetture di lusso, le cui cariche societarie e amministrative erano state formalmente attribuite a due «prestanome» allo scopo di eludere le disposizioni di legge in tema di misure di prevenzione patrimoniale.

Conseguentemente, il gip presso il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro preventivo del capitale sociale e del compendio aziendale delle due imprese, per un valore di circa 600.000 euro. Oltre alle misure cautelari oggi in esecuzione nel corso delle indagini le Fiamme Gialle avevano arrestato altre 3 persone in flagranza di reato e sequestrato circa 5,5 chilogrammi di cocaina e 6 chilogrammi di marijuana.

In quel contesto, i militari del G.I.C.O. di Roma avevano rilevato l'esistenza di contatti tra il noto boss di Cosa nostra, Salvatore Rinzivillo e un pluri-pregiudicato romano, Maurizio Pasquetto (classe '60), relativi a comuni affari illeciti nel settore del traffico di droga. Le investigazioni avviate sul conto di quest'ultimo, gravato da numerosi precedenti specifici, hanno evidenziato come egli si collocasse al vertice di un autonomo contesto delinquenziale, sistematicamente dedito al commercio di ingenti partite di stupefacenti, per lo più cocaina e marijuana.

Coadiuvato dal fidato collaboratore Bruno Reali (classe '62, anch'egli gravato da numerosi precedenti di polizia), «magazziniere» delle partite di droga e «cassiere» del gruppo, Pasquetto ha operato al centro di una fitta rete di collegamenti criminali che lo hanno visto relazionarsi, di volta in volta, per finalità connesse al reperimento dello stupefacente, con altre consorterie operanti nella Capitale, in primis con i «gruppi» facenti capo a Giovanni La Racca (classe '59, pluripregiudicato) e a Nicholas Cianfrocca (classe '90, incensurato).
Pasquetto aveva costituito, presso la sua abitazione nel quartiere di San Lorenzo, nota zona della movida romana, un vero e proprio «supermarket» della droga, aperto 24 ore su 24, in cui era possibile acquistare qualunque tipo di sostanza stupefacente, anche consumandola direttamente, al riparo da occhi indiscreti e, soprattutto, da eventuali controlli delle forze dell'ordine.
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