Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria: «Manca dialogo con Campidoglio, troppo tempo per risolvere problemi»

Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria: «Manca dialogo con Campidoglio, troppo tempo per risolvere problemi»
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Sabato 23 Settembre 2017, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 19:12
Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria. L'economia romana è davvero in declino?
«È sotto gli occhi di tutti: purtroppo il dato è oggettivo. Apprezziamo molto l'intervento del Governo, che da tempo auspicavamo, e ringraziamo per questo il ministro Calenda. Anche se ci dispiace che nella lettera in cui annuncia la sua iniziativa faccia riferimento solo ai sindacati, quando le forze imprenditoriali della città sono state le prime a chiedere un impegno diretto dell'esecutivo».

La vostra richiesta nasce da difficoltà di dialogo con il Campidoglio?
«Purtroppo tutte le decisioni soni state rinviate sine die: se un nuovo amministratore delegato dovesse muoversi in un'azienda con le stesse logiche con le quali si sta muovendo l'attuale amministrazione capitolina, l'impresa subirebbe grossi danni e gli azionisti prenderebbero le loro dolorose decisioni».

Di cosa avreste bisogno, in questo momento?
«L'impresa deve muoversi in uno scenario in cui ci sia un dialogo vero, concreto e costante con le istituzioni. Purtroppo a oggi questo dialogo non c'è stato. Ma se non c'è la volontà politica di prendere certe decisioni per le imprese la vita diventa molto difficile».

Quale contributo porterete ?
«La prima proposta concreta fatta da Unindustria è la suddivisione della Città metropolitana di Roma in 12 Comuni, che devono avere una reale autonomia economica. Al sindaco della Città metropolitana vanno assegnate le competenze su temi come il turismo, la cultura, la mobilità e i rifiuti, che vanno amministrati centralmente».

Il Mise punta il dito anche contro la pressione fiscale.
«Roma purtroppo è la città più vessatoria, sia per le imprese che per i cittadini. Bisogna innescare meccanismi di crescita economica: solo così in futuro si potranno tagliare le tasse».

Intanto aumentano le micro-imprese, come affittacamere e commercio ambulante, e calano le più grandi.
«Questi dati sono la cartina al tornasole della crisi, in cui alcune singole persone si arrangiano con soluzioni che formalmente comportano un aumento delle imprese iscritte alla Camera di commercio ma in realtà non producono né reddito né occupazione».

Cosa vi aspettate dal tavolo del ministro Calenda?
«Ci presenteremo con le idee molto chiare, con progettualità che si concretizzeranno su due grandi obiettivi: risolvere alcuni problemi quotidiani e guardare al futuro, alla Roma del 2030 e del 2050».