Sullo sfondo di conflitti fra clan, altri moduli abitativi sono stati dati alle fiamme nell'ultima settimana. La doppia emergenza sul fronte dell’illegalità è emersa in modo inequivocabile dalle operazione della polizia locale in questi giorni. Sono ancora in corso le attività di controllo e censimento, sui moduli abitativi e relativi abitanti, nel campo nomadi di Castel Romano. Gli uomini della Sicurezza Pubblica Emergenziale, hanno già potuto accertare, come ben 15 moduli abitativi, siano stati distrutti o dati alle fiamme, rispetto al precedente (e recente) censimento. È ancora vivo il ricordo tra i residenti del campo di quando un intero settore venne spazzato via da frequenti quanto misteriosi incendi notturni, che distrussero completamente le casette e costrinsero intere famiglie a trovare nuovi spazi in altri campi della Capitale. Nel corso delle operazioni, i caschi bianchi, coordinati dal vice comandante del Corpo Lorenzo Botta, hanno provveduto a sequestrare veicoli senza copertura assicurativa.
Gli agenti, anche a causa delle recenti aggressioni subite nel campo, hanno operato muniti di corpetto antiproiettile. «Purtroppo equipaggiamenti, formazione e tutele contrattuali e previdenziali, rimangono un vulnus, per un Corpo sempre più in prima linea - spiega Marco Milani, coordinatore romano dell’Ugl Polizia Locale - in un contesto di sicurezza urbana, profondamente mutato nella nostra società e nelle nostre metropoli. Invitiamo amministrazione e Comando, a profondere il massimo sforzo per i dispositivi di protezione individuale e per le corrette formazioni e aggiornamenti operativi, dei 6000 caschi bianchi capitolini». Nel corso dei controlli, che si sono svolti senza incidenti, sono stati gli stessi nomadi a chiedere aiuto alla polizia locale, denunciando l’emergenza sanitaria di una riferita epidemia di scabbia, mostrando le schiene con le piaghe dei loro bambini.
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