«Noi, i terremotati del Caravillani» Il liceo non riapre, è ancora inagibile

«Noi, i terremotati del Caravillani» Il liceo non riapre, è ancora inagibile
di Camilla Mozzetti
3 Minuti di Lettura
Domenica 20 Agosto 2017, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 10:30

«Non rientreremo più in questa scuola» ripetevano i professori lo scorso primo dicembre mentre stipavano i libri dentro le buste di plastica, svuotando in grande fretta le aule del liceo artistico Caravillani di piazza Risorgimento. Quell'affermazione, pronunciata a denti stretti, alla quale nessuno tra docenti e studenti voleva credere fino in fondo, si è trasformata a distanza di sei mesi in una sorta di profezia: gli studenti del liceo di Prati si sono infatti ritrovati come quelli di Amatrice (per carità, senza morti da piangere), costretti ad abbandonare le proprie aule senza nessuna certezza sul futuro.
Un anno da terremotati, nel vero senso della parola. Costretti cioè a migrare nei locali dell'ex istituto tecnico Ferraris, a Monteverde, dove resteranno per chissà quanto tempo: il Caravillani, la loro scuola, inagibile dalle scosse dello scorso 31 ottobre, resterà chiuso ancora per un anno e forse più. I quasi 600 studenti, i 70 professori e i 15 dipendenti se ne dovranno fare una ragione: l'attività didattica proseguirà fino a nuova data negli spazi dell'edificio di viale di Doria Pamphili, a pochi metri dal liceo Federico Caffè. L'epilogo sarebbe dovuto essere un altro, ma non tutte le ciambelle escono con il buco. Anzi, nello specifico i buchi resteranno ancora e chissà per quanto tempo tra le pareti e i corridoi della scuola a due passi dai Musei Vaticani.
IL TERREMOTO
Un anno fa, gli effetti del sisma furono davvero importanti: i solai della scuola hanno ceduto in più punti, le pareti hanno subito squarci profondi e i tecnici della Città Metropolitana (cui spetta la gestione e la manutenzione degli oltre 340 istituti superiori di secondo grado) non hanno potuto far altro che sentenziare l'inagibilità dell'edificio. Un dettaglio: se il Caravillani fosse stata una scuola a norma, le scosse gli avrebbero fatto il solletico. Ma visto che la manutenzione nel liceo manca da circa un ventennio, la chiusura a doppia mandata del portone è stata inevitabile. Prima dello scorso Natale proprio da Palazzo Valentini, sede della ex Provincia, avevano garantito che il trasferimento dell'istituto sarebbe stato temporaneo, che i cantieri per mettere in sicurezza il Caravillani sarebbero partiti se non entro l'estate al massimo prima dell'autunno per garantire agli studenti e al corpo docente il rientro nelle vecchie classi entro la fine del 2018.
I LAVORI
E invece? Il consiglio della Città Metropolitana non ha approvato il Bilancio e, dunque, di questo salvataggio non c'è traccia. Inoltre, considerata la cifra monstre di ben un milione 800 mila euro necessaria per ripristinare l'agilità della scuola è verosimile ipotizzare che ci vorranno degli anni perché il secondo liceo artistico del Centro (oltre a quello di via di Ripetta) possa riaprire davvero. Inutile soffermarsi sullo sconforto delle famiglie, degli studenti e degli stessi professori. Non a caso circa sette docenti hanno chiesto e ottenuto un trasferimento in un'altra sede più vicina al rione Prati. A settembre anche la segreteria scolastica che finora era rimasta negli spazi al piano terra del Caravillani a piazza Risorgimento sarà trasferita a villa Pamphili dove gli studenti anche il prossimo anno dovranno continuare a fare i conti con gli ambienti stretti e la mancanza di laboratori dove disegnare e dipingere. E buon anno scolastico a tutti.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA