Effetto Chikungunya, operazioni rinviate, l'Avis: «Manca il sangue, servono 750 sacche a settimana»

Effetto Chikungunya, operazioni rinviate, l'Avis: «Manca il sangue, servono 750 sacche a settimana»
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 22 Settembre 2017, 08:23
Sangue che manca, interventi programmati e rinviati di giorni, centri trasfusionali pressoché vuoti. Sono questi gli effetti pratici sul blocco delle donazioni per la minaccia Chikungunya deliberato dalla Regione Lazio. E se da via Cristoforo Colombo minimizzano, «Non vi è in atto alcuna interruzione delle attività operatorie nelle strutture ospedaliere», i territori e le associazioni di raccolta sangue come l'Avis raccontano tutta un'altra storia. Paventando anche un caos interventi chirurgici a partire dal 10 ottobre, quando le scorte di sangue, raccolte prima dell'emergenza, scadranno e non potranno essere più usate. Qualche caso per dare una profondità a tutto questo?

L'ospedale Sant'Eugenio giovedì e venerdì scorsi ha sospeso l'attività del blocco operatorio: mancava sangue e non si poteva usare quello di Roma. Lo sanno bene alcuni pazienti ricoverati nel reparto di Ortopedia. Alfredo (il nome è di fantasia) dal suo letto al terzo piano del nosocomio all'Eur ieri consumava la cena: una frittata con delle verdure. È stato operato all'anca martedì scorso ma il suo intervento era stato fissato quattro giorni prima, «solo che spiegava mancava il sangue». Alla fine le sacche di plasma necessarie per l'intervento Rh positivo sono arrivate dal Veneto. Non è l'unico paziente né l'unico ospedale.

INTERVENTI
Fino ad oggi sono stati garantiti gli interventi d'urgenza. Comprese le terapie trasfusionali per i tallassemici o per i pazienti leucemici. I problemi veri ci sono stati e continueranno a esserci per le operazioni chirurgiche programmate, soprattutto in ambito ortopedico, come appunto la sostituzione o l'impianto di una protesi all'anca. «Su oltre 2 milioni di abitanti riflette il vicepresidente dell'Avis Roma, Francesco Tantaro i donatori non superano le 50 mila unità e in questi giorni con l'emergenza Chikungunya e il blocco imposto dalla Regione, i donatori sono scesi ancora di più ma non è diminuita invece la necessità di plasma». In parole povere, il sangue a Roma manca sempre; ora però la situazione si è fatta critica.
I DATI
Giusto un dato: il 13 settembre nel bollettino diramato dal Centro regionale sangue si contavano più di 1.400 sacche di plasma (dallo zero positivo all'Ab negativo) in meno rispetto alle reali necessità. «E ancora non era partita nessuna emergenza spiega ancora Tantaro e nessun blocco alla donazioni». Com'è oggi la situazione sul sangue disponibile? La Regione Lazio ribadisce l'assenza di problematiche, le associazioni, invece, arrancano. «Mancano circa 800 sacche a settimana e i centri trasfusionali che rientrano nell'Asl Rm2 aggiunge Tantaro sono giorni che raccolgono solo piastrine». L'Avis stessa, convenzionata con 14 dei 19 centri trasfusionali romani, ha dovuto sospendere fino alla fine di ottobre 30 delle 50 raccolte complessive. Quanto vale? Circa 750 sacche di plasma da 400 cc in meno per il prossimo mese. E il conto riguarda solo l'Avis. La situazione poi potrebbe completamente degenerare «dopo il 10 ottobre, quando cioè conclude Tantaro scadranno le sacche raccolte prima dell'emergenza». Intanto, il consigliere regionale di FdI, Fabrizio Santori, ha sollevato il caso in commissione Salute: «Vogliamo avere chiarezza sull'intera vicenda del blocco alle donazioni per non vanificare l'operato delle associazioni e garantire certezze a chi ha bisogno di sangue».
 
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