Mafia Capitale, Odevaine inquilino moroso: l'ex capo di gabinetto sfrattato dai domiciliari

Mafia Capitale, Odevaine inquilino moroso: l'ex capo di gabinetto sfrattato dai domiciliari
di Massimo Martinelli
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Venerdì 15 Aprile 2016, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 19:12


Il lanciatore di pizzini ha perso tutto il “british style” che aveva sfoggiato alla prima udienza del processo Mafia Capitale. É tornato ad essere lo stesso personaggio, un po' guascone un po' faccendiere, che era da giovane, quando modificò il suo cognome per “ripulire” il certificato penale che riportava la sua condanna per droga. Stavolta Luca Odevaine si è dimenticato di pagare l'affitto nella casa in cui trascorre gli arresti domiciliari; non un paio di mensilità. Ma la consistente somma di ventimila euro dovuti al padrone dell'attico. Che adesso l'ha sfrattato.

L'ATTICO
La storia è venuta fuori ieri, al processo Mafia Capitale, quando il presidente della corte, Rosanna Ianniello, dopo aver annunciato che «è pervenuta al tribunale una segnalazione di sfratto da parte del proprietario di casa dove attualmente Odevaine sta scontando i domiciliari», si è preoccupata di mettergli anche fretta: «Entro il 19 aprile l'imputato Odevaine dovrà segnalare un nuovo domicilio». Qualora non ci riuscisse, potrebbe anche tornare in carcere. Martedì prossimo, dunque, l'uomo che si destreggiava tra le anticamere dei ministri e i salotti della sinistra radical chic, proprio mentre faceva da devoto tramite con il Mondo di Mezzo di Buzzi e Carminati che lo foraggiavano, dovrà restituire l'attico di via Nazionale in cui aveva scelto di trascorrere mollemente gli arresti domiciliari. Prima dovrà stipulare un nuovo contratto di affitto e l'impresa è quantomai ardua, perché con le referenze di pentito a singhiozzo - per di più moroso - che si è guadagnato in pochi mesi, difficilmente l'ex capo di gabinetto in Campidoglio, nonché addirittura ex responsabile della polizia provinciale, oggi potrà trovare un proprietario di casa disposto a consegnargli le chiavi di un nuovo appartamento. L'alternativa è una sola: saldare in fretta il debito da ventimila euro con il padrone di casa e chiedergli di strappare il provvedimento di sfratto.
 

FONDO CASSA
In questo caso l'ormai ex “facilitatore” del perverso intreccio tra politica e Mafia Capitale, sarebbe costretto a compiere una manovra davvero complessa: mettere mano al gruzzolo che, chissà, avrà da qualche parte. Ma senza attirare l'attenzione dei carabinieri del Ros, che hanno già sequestrato tutto quello che poteva essere riconducibile alle attività criminali di Mafia Capitale. E il fatto che buona parte del denaro accumulato da Odevaine sia quasi certamente di provenienza illecita lo certifica anche il provvedimento del gip che riguarda i suoi faccendieri, i fratelli Addeo.

CORRUZIONE
«La corruzione di Luca Odevaine - scrive il magistrato - consiste nell'aver percepito remunerazioni per la propria opera presso il Tavolo Nazionale per i migranti in favore di alcuni soggetti privati, ovvero per avere ricevuto promesse e denaro per orientare i flussi dei migranti». «In una prima fase - precisa il gip - verso i centri gestiti dalle cooperative di Salvatore Buzzi e Sandro Coltellacci, e poi verso la Cascina». La remunerazione, per questo signore che lucrava sulla pelle dei migranti è nota: cinquemila euro al mese da parte di Buzzi, oltre agli stipendi da supermanager che gli pagava lo Stato. Una volta in carcere ha provato a trarsi d'impaccio spargendo fango camuffato da false rivelazioni. Presunte verità, costellate di ricatti e veleni: un copione che lo ha reso docile, e non esoso, strumento nelle mani di una Cupola politico-imprenditoriale. Nessuno gli ha creduto, fatta eccezione per il padrone di casa (suo malgrado), che ha affittato l'attico pensando che lui avrebbe pagato.