Mafia Capitale, il prefetto: «Sciogliere solo Sacrofano»

Mafia Capitale, il prefetto: «Sciogliere solo Sacrofano»
di Sara Menafra
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Mercoledì 19 Agosto 2015, 05:39 - Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 08:39
Via l'amministrazione di Sacrofano, il comune a nord della Capitale che era anche il quartier generale del Nero Carminati (è qui la villa da cui ha guidato il suo impero). E ”metodo Roma” con annullamento di alcune decisioni e rimozione di un certo numero di dirigenti per le altre tre ammministrazioni locali dell'hinterland che ancora mancavano all'appello, ovvero Castelnuovo di Porto, Morlupo e Sant'Oreste. La proposta da presentare al ministro degli Interni Angelino Alfano sui quattro comuni minori coinvolti nell'inchiesta Mafia capitale che negli ultimi mesi hanno ricevuto la visita dei commissari prefettizi è stata limata nei dettagli ieri pomeriggio. Il secondo comitato per l'ordine pubblico dedicato a Mafia capitale ha valutato i risultati delle cosiddette commissioni di accesso spedite a scandagliare le decisioni dei comuni che hanno avuto relazioni più strette con la banda di Carminati e Buzzi.



E alla fine, il prefetto Franco Gabrielli, sostenuto dal resto del comitato (per la procura era presente il pm Paolo Ielo) ha deciso di usare le maniere forti solo con l'amministrazione guidata da Tommaso Luzzi, a sua volta accusato di essere membro dell'organizzazione mafiosa. La proposta finisce ora sul tavolo del ministro degli Interni che ha tre mesi di tempo per decidere il da farsi ed è ovviamente libero di smentire le indicazioni di Gabrielli. Difficile, in ogni caso, che la valutazione su questi quattro comuni arrivi contemporaneamente a quella sul Campidoglio, attesa per il prossimo 27 agosto.



LA PREVISIONE

Lo scorso 5 agosto, a margine dell'audizione da parte della commissione Antimafia, il prefetto aveva già detto che il suo prossimo obiettivo sarebbe stato quello di valutare i risultati delle ispezioni nell'hinterland: «Ho quattro comuni, Morlupo, Sacrofano, Castelnuovo di Porto e Sant'Oreste, a rischio scioglimento, che sono stati oggetto di accessi delle commissioni - aveva detto - Nei prossimi giorni definiremo una valutazione che porteremo all'attenzione del ministro dell'Interno». Parole tanto dure da lasciar ipotizzare che tutti e quattro comuni rischiassero lo scioglimento. La decisione del comitato provinciale invece ha preferito applicare alla maggior parte dei comuni il metodo adottato per Roma.



Impossibile fare lo stesso anche a Sacrofano. Nelle carte dell'inchiesta, del resto, il sindaco del comune a Nord di Roma appare legato direttamente al gruppo di Carminati. Nel 2013, quando guidava l'azienda stradale della Regione Lazio Astral avrebbe chiesto e ottenuto che Salvatore Buzzi assumesse persone a lui segnalate da Luca Gramazio (capogruppo del Pdl prima in Comune e poi alla Regione). Ma da allora in avanti avrebbe mantenuto sempre rapporti diretti con Carminati e i suoi, sigillati persino da un pranzo nella villa del boss.



Nel 2013, ad esempio, nel corso della campagna elettorale, il Nero si fa avanti per dargli una mano: «Che te serve qualche squadra de ragazzi che vengono e te fanno attacchinaggio?» gli dice a maggio «glieli sto a fà pure per Quarzo (Giovanni ndr consigliere comunale anche lui indagato) a Roma li sto a riempì..(inc)..tutta a zona..(inc)..».



L'ATTACCHINAGGIO DEL NERO

E quando Luzzi non c'è spiega ai suoi che i rapporti con il sindaco di Sacrofano sono più che blindati: «Lui ... lui non può fare nulla perché? - dice all'imprenditore Gaglianone - Ti dico io perché, perché i soldi vengono dalla Regione se lui non fa quello che dimo noi Luca (verosimilmente Gramazio ndr) gli blocca tutto, fatte servi'». Il legame sarebbe stato garantito personalmente da Luca Gramazio, considerato interno all'organizzazione: «Addirittura gli ha messo questo che sta qui all'ufficio tecnico gliel'ha messo Luca per controlla'», è la spiegazione di Carminati. Un rapporto strettissimo che, stando alle informative dei carabinieri del Reparto Anticrimine del Ros, sarebbero proseguiti anche dopo le elezioni: «Una volta eletto, il Luzzi continuava a mostrare contiguità con il sodalizio, prendendo parte almeno ad un pranzo organizzato presso l'abitazione del Carminati a cui, tra gli altri, prendeva parte anche Gramazio».