Monterotondo, il bimbo rapito dal papà lotta tra la vita e la morte

Monterotondo, il bimbo rapito dal papà lotta tra la vita e la morte
di Morena Izzo
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Lunedì 20 Febbraio 2017, 14:09 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 08:14

Lotta tra la vita e la morte nel reparto di neurologia pediatrica del Policlinico Gemelli il bimbo di due mesi e mezzo che il papà, Gianluca Caucci, ha strappato dalle braccia della madre, sua ex compagna. Il piccolo ha un ematoma alla testa e un versamento. Le sue condizioni sono gravissime e la prognosi resta riservata. Ha trascorso la notte tra venerdì e sabato in una baracca in viale Kant insieme al padre.

Entrambi sono stati ritrovati dodici ore dopo nel centro commerciale Porta di Roma. Il giovane, un ventunenne romano senza fissa dimora, ieri è stato portato in carcere a Rebibbia con l'accusa di lesioni aggravate nei confronti del bimbo. Ad arrestarlo sono stati i carabinieri della compagnia di Monterotondo, diretti dal capitano Salvatore Ferraro, che hanno subito fatto scattare le ricerche con l'utilizzo di un elicottero e delle unità cinofile.

Inizialmente per l'uomo era scattata solo la denuncia per sottrazione di minore e lesioni nei confronti della sua ex compagna, Ramita. La giovane mamma, una ventenne di origine lituana, era stata colpita con un pugno in faccia, mentre stava passeggiando in viale Mazzini a Monterotondo con il figlio. Poi il padre era scappato con il bimbo in treno per raggiungere una baracca. È lì che lo ha fatto dormire.

«Gli ho comprato anche il latte in polvere per farlo mangiare. Non gli ho fatto niente», ha raccontato poi agli uomini dell'Arma. Inizialmente le condizioni di salute del piccolo sembravano buone, invece nel corso degli esami diagnostici a cui è stato sottoposto, i medici hanno accertato la presenza di un trauma. A quel punto la posizione del giovane si è aggravata e i carabinieri, con la direzione delle indagini della procura di Tivoli, hanno sottoposto a fermo Gianluca Caucci nella serata di sabato, con l'accusa di lesioni aggravate.