Fiano Romano, il racket dei rifiuti dietro il rogo che ha distrutto dieci camion

Fiano Romano, il racket dei rifiuti dietro il rogo che ha distrutto dieci camion
di ilario filippone
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Sabato 18 Febbraio 2017, 17:00
Il racket dei rifiuti dietro il rogo appiccato nel piazzale della Cantelmi srl, lo scorso 11 giugno, quando dieci camion colmi di immondizia vennero dati alle fiamme nel cuore della notte, a Fiano Romano. E’ quanto sospetta la procura di Rieti. Secondo gli investigatori, chi ha dato l’ordine di distruggere gli automezzi, il mandante, aveva uno scopo ben preciso: scalzare, con l’arma del ricatto, un rivale e accaparrarsi le commesse che ruotano attorno al business della monnezza. La Cantelmi srl è un’azienda leader nel settore del trasporto rifiuti, tra i suoi committenti figura anche il Gruppo Porcarelli, subentrato al “Supremo” Manlio Cerroni nella gestione del tritovagliatore di Rocca Cencia. Per risalire ai responsabili e decifrare il movente, subito dopo il rogo, i militari dell’Arma hanno sentito la vittima del raid incendiario, ricevendo informazioni precise sul possibile mandante.

I sospetti
La vittima ha accusato un imprenditore che opera nel suo stesso campo, ma gli inquirenti non hanno trovato i riscontri che cercavano, così si indaga ancora per chiudere il cerchio. Al momento, sul nome dell’uomo vige il massimo riserbo. «Si era presentato al Gruppo Porcarelli - ha svelato Graziano Cantelmi – per levarmi il lavoro». Il Gruppo Porcarelli, hanno ribadito gli investigatori, «è estraneo ai fatti»”. Intanto, è notizia di due giorni fa, i carabinieri di Monterotondo e Fiano Romano hanno arrestato gli esecutori. In manette sono finiti due uomini e due donne: Vito Marchese, 33 anni, di Aprilia, Ilaria Garofalo, 35, di Benevento, Ivan Balice, di anni 42, residente a Marino, e Emanuela D’Agostino, 41 anni, di Velletri, sono accusati di concorso continuato e aggravato nel reato di incendio. I mandati di cattura sono stati firmati dal gip Francesca Ciranna. Sono due coppie di fidanzati, alcuni hanno precedenti. Ad incastrarli, i dialoghi intercettati dai militari dell’Arma.

Le intercettazioni
Per dare fuoco ai camion, stando agli accertamenti, i quattro si sono serviti di stracci, cartoni e diavolina. Nel corso delle indagini, è stata agganciata anche la voce del titolare dalla “Cantelmi autotrasporti”: per non incrociare lo sguardo dell’imprenditore rivale, bollato da lui stesso come il mandante, rifiutò un invito per una cena in compagnia di amici. Al telefono, quella sera, l’intercettato Graziano Cantelmi sfogò tutta la sua rabbia:  «Se vedo quel cristiano – spiegò al suo interlocutore – vado in galera, non posso venire. Non voglio rovinarmi la serata, né voglio rovinarla a voi». Aggiunse poi: «C’è quello che mi ha bruciato i camion, è invitato. Se vengo me faccio carcera’, meglio che evito».
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