Rifiuti a Roma, la mappa dei siti idonei. Giunta M5S: «Niente discariche»

Rifiuti a Roma, la mappa dei siti idonei. Giunta M5S: «Niente discariche»
di Fabio Rossi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Gennaio 2018, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 08:21


Due possibili siti a Roma: uno immediatamente a nord di Settebagni (tra Salaria e autostrada) e uno nei pressi dell'Ardeatina, fuori dal grande raccordo anulare, senza contare quelli nell'area di Malagrotta, che non saranno presi in considerazione per ovvi motivi. Più una trentina di cave dismesse in tutto il territorio dell'ex provincia, di cui 13 di grandi dimensioni: da Civitavecchia ai Castelli romani, passando per Castelnuovo di Porto e Guidonia Montecelio. Il documento, preparato nei mesi passati dei tecnici della Città metropolitana, è una sorta di menu per orientare le scelte della politica, a cui spetta il compito di decidere dove localizzare gli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati (termovalorizzatori o discariche di servizio) nella Capitale e nel suo hinterland.

I CRITERI
Lo studio degli uffici di Palazzo Valentini serve a individuare i siti che hanno le caratteristiche adatte alla bisogna. Fornendo, come si legge nel documento finale, «una mappatura delle aree idonee e non idonee per il posizionamento degli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti». E lo fa prendendo in considerazione una serie di aspetti: ambientali, territoriali, idrogeologici e di difesa del suolo. Con diversi fattori che portano a escludere determinate aree, come la vicinanza a centri abitati o a infrastrutture della mobilità, vincoli paesaggistici o rischi legati a particolari fenomeni meteorologici. Fatte tutte queste considerazioni, è stata stilata la lista finale.

LE SCELTE
L'elenco, come detto, comprende anche alcune aree interne al Comune di Roma, da cui vanno però escluse quelle nel quadrante di Malagrotta, che ha già dato un considerevole contributo negli ultimi decenni allo smaltimento dei rifiuti della Città eterna. Così come, per esempio, compaiono tre siti dell'area della Prenestina: uno nel territorio del comune di Palestrina, al confine con Rocca Priora, un altro compreso tra Genazzano e Cave, il terzo tra Gallicano e Zagarolo, a ridosso dell'autostrada. Il Campidoglio, dal canto suo, cerca strade alternative: «Nessuna discarica sul territorio comunale è prevista nella pianificazione di Roma Capitale», assicura Pinuccia Montanari, assessore capitolino all'ambiente, che rilancia il piano di Palazzo Senatorio, con gli impianti di compostaggio di Cesano e Casal Selce: «Realizzare un'impiantistica pubblica sostenibile per trattare i materiali post consumo di Roma è un dovere per chi governa avendo come propria unica guida l'interesse e la salute dei cittadini», sottolinea Montanari.

LE SOLUZIONI
Resta il fatto che, a meno di un'impennata record della raccolta differenziata, la Capitale dovrà trovare una soluzione strutturale per i suoi rifiuti indifferenziati, come più volte richiesto dal Governo e secondo le regole dell'Unione europea. In teoria la Città metropolitana potrebbe completare il suo piano, da inviare alla Regione, utilizzando solo aree di altri Comuni. Ma sarebbe paradossale, spiegano i tecnici dell'Ambiente, che la città più grande del Lazio non si doti di impianti propri.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA