Roma, si sente male in chiesa, viene soccorsa ma cade dalla barella e muore: condannati due portantini

Roma, si sente male in chiesa, viene soccorsa ma cade dalla barella e muore: condannati due portantini
di Michela Allegri
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Giovedì 26 Novembre 2015, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 10:14
Scivolò durante l'omelia, cadendo in terra in una chiesa nel quartiere Tuscolano. Un banale incidente che, però, si trasformò in tragedia. All'arrivo dell'ambulanza, infatti, Gabriella T., 78 anni, romana, fu adagiata su una barella prima della corsa verso l'ospedale. Ma i paramedici si dimenticarono di assicurare la paziente con le cinture di sicurezza. Uscendo dalla parrocchia, uno dei portantini perse l'equilibro, facendo ribaltare la lettiga. L'ottantenne cadde nuovo e non si riprese più: morì in una settimana. Ora, con l'accusa di omicidio colposo, i due paramedici responsabili dell'accaduto sono stati condannati a un anno di reclusione, su richiesta del pm Mario Pesci.

L'INCIDENTE

È il 21 ottobre del 2011 quando Gabriella, residente al Tuscolano, va a messa come ogni domenica nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice. Durante la funzione, l'anziana attraversa la navata centrale, ma scivola e cade a terra. Nonostante dica di sentirsi bene, i parrocchiani insistono per chiamare con urgenza il 118. La donna, infatti, fatica a rimettersi in piedi e sente un forte dolore a una gamba. All'arrivo dell'ambulanza, tre paramedici riscontrano una lesione del femore, quindi decidono di trasportare la paziente in ospedale. I sanitari caricano l'ottantenne sulla barella, ma commettono un errore gravissimo: dimenticano di assicurare Gabriella al lettino con le cinghie di sicurezza. Durante il tragitto verso il veicolo, uno dei portantini scivola: le mattonelle sono troppo lisce, e il medico perde l'equilibrio. La conseguenza è drammatica: la lettiga si ribalta e l'anziana cade nuovamente. Questa volta, però, Gabriella sbatte violentemente la testa contro al pavimento. L'anziana viene subito soccorsa e viene portata in ospedale a tutta velocità e a sirene spiegate. Arrivata finalmente al pronto soccorso, la donna viene ricoverata per un ematoma cranico. Il danno, però, è irreparabile: l'ottantenne entra in coma e muore nel giro di pochi giorni. In Procura scatta un'inchiesta: i tre paramedici vengono prima indagati e poi rinviati a giudizio per omicidio colposo.

Come si legge nel capo d'imputazione, «agendo in cooperazione colposa tra di loro nella loro qualità di infermieri addetti al trasporto in barella della paziente, caduta accidentalmente durante la messa, cagionavano la morte della stessa». Nello specifico, secondo l'accusa, il decesso sarebbe avvenuto «per insufficienza cardiocircolatoria insorta in soggetto in stato di coma profondo conseguente a trauma cranio encefalico con iniziale ematoma orbitale procurato dalla caduta dalla barella». E ancora: la colpa dei paramedici consisterebbe in una grave «imprudenza e, segnatamente, nell'aver omesso di assicurare l'anziana con le cinghie di ritenzione, così determinando la caduta dalla lettiga per la perdita di equilibrio di uno dei portantini, che scivolava a causa del pavimento liscio». Ieri, a distanza di quattro anni dalla vicenda, è arrivata la sentenza. Il Tribunale ha condannato due paramedici a un anno di reclusione. Il terzo imputato, invece, è stato prosciolto.