Roma, Atac, dall'ex cubista al bagnino: il Comune vuole licenziare 33 assunti con Parentopoli

Roma, Atac, dall'ex cubista al bagnino: il Comune vuole licenziare 33 assunti con Parentopoli
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 22 Marzo 2017, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 15:18

Dalla cubista alla nipote del deputato, dal bagnino ai sindacalisti in perenne distacco (a spese dei contribuenti). L'infornata di dipendenti assunti in Atac nel 2009 «senza verificarne capacità, competenza, professionalità», come ha scritto il Tribunale presieduto da Marcello Liotta, descrivendo un contesto «grave, avvilente e disarmante», potrebbe avere le ore contate. Dopo la sentenza con cui sono stati condannati per abuso d'ufficio gli ex amministratori delegati di Atac e Metro, Adalberto Bertucci e Antonio Marzia, e i responsabili del Personale e delle Risorse Umane Luca Masciola e Vincenzo Tosques, la giunta M5S ha deciso di mettere alla porta i lavoratori ingaggiati dalla partecipata del Campidoglio senza alcun merito all'inizio della consiliatura Alemanno.
La municipalizzata ha già avviato accertamenti su 33 dipendenti coinvolti nello scandalo Parentopoli. Le motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale penale di Roma sono arrivate nel quartier generale di via Prenestina lunedì. Dalle prime verifiche condotte dalla partecipata è emersa «la sostanziale validità di sole tre assunzioni su un totale di 41 posizioni prese in esame dal Tribunale». Ecco perché l'azienda ha già avviato controlli tecnico-giuridici su 33 dipendenti ancora presenti in organico, tutti arruolati attraverso procedure dichiarate dal Tribunale «non solo illegittime ma anche illecite». L'obiettivo, fanno sapere dalla municipalizzata, è «pervenire all'attivazione delle procedure di licenziamento».

IL PRESSING DEL M5S
Il pressing per i licenziamenti diventa una carta che il M5S prova a spendere sul piano politico. Un'«operazione legalità», come l'ha chiamata l'assessore ai Trasporti, Linda Meleo. «Basta con le logiche clientelari, chi è stato assunto illegittimamente in Atac, senza rispettare nessun criterio di merito, sarà licenziato».
In bilico finiscono alcuni nomi diventati celebri al deflagrare dello scandalo. Come l'ex cubista Giulia Pellegrino, assunta a tempo indeterminato il 5 ottobre 2009, oggi inquadrata nell'ufficio multe, occupandosi di ricorsi, nonostante, annotano i giudici, «non sia laureata in giurisprudenza ed abbia il profilo professionale di cameriera e hostess in discoteca» (proprio in un club venne paparazzata accanto al deputato Pdl Gianni Sammarco). Lavora ancora in Atac anche Ettore Maria Giuseppe Tirrò, anche lui assunto nel 2009, ex vicepresidente del Consiglio comunale di Tivoli per il Pdl. Pregressa esperienza lavorativa: «Assistenza ai bagnanti» e «abilità nel suonare la batteria», si legge nella sentenza. Tra le assunzioni dichiarate illegittime dal Tribunale penale c'è anche quella di Flaminia Mariani, lo zio è il presidente dei deputati di Fdi Fabio Rampelli; poi Claudia Cavazzuti, moglie di Stefano De Lillo, ex senatore forzista; e ancora l'ex hostess Carla Marchi, nuora della zarina Francesca Romana Zadotti, assistente di Bertucci, all'epoca amministratore delegato della partecipata. Lo stesso manager che fece entrare nella galassia Atac il genero Patrizio Cristofari. La sentenza dei giudici getta ombre anche sulle assunzioni di alcuni sindacalisti. Come Silvia Napoleoni, figlia di Giancarlo Napoleoni, all'epoca segretario regionale della Uil Trasporti in distacco sindacale e oggi tesoriere nazionale della stessa sigla, oppure Francesca Roiate, assunta in Atac nel 2005, poi promossa nell'epoca Alemanno. «Dal 2005 è in permesso sindacale continuativo per Fit Cisl Lazio», si legge nella sentenza.