Tra i documenti trafugati e acquistati, ci sono anche alcuni atti della polizia di Stato e della gendarmeria vaticana. Nel capo d'imputazione si legge che le «lettere manoscritte, a firma di Gabriele D'Annunzio e Silvio Pellico» sono in tutto 41 e hanno «la medesima provenienza delittuosa». Perquisendo l'abitazione del collezionista, i carabinieri hanno trovato anche «34 pugnali di varia forgia e fattura, due spade in ferro, una delle quali risalente alla metà di diciannovesimo secolo e recante l'incisione Guardia Civica Pontificia 1847 e un moschetto modello Balilla», è scritto negli atti della procura. Gli autori del clamoroso furto avvenuto nella biblioteca di Castro Pretorio, invece, non sono mai stati identificati.
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