Roma, permessi facili ai dehors»: tre funzionari sotto accusa

Roma, permessi facili ai dehors»: tre funzionari sotto accusa
di Michela Allegri
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Domenica 21 Maggio 2017, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 17:21

Tavolini e dehors selvaggi nel cuore pulsante della movida capitolina: la piazza di ponte Milvio. Di più: autorizzazioni rinnovate nonostante l'area sia sottoposta a vincolo, ignorando il parere negativo della Soprintendenza e, addirittura, in modo gratuito per più di 2 anni, con un danno per le casse pubbliche che supera i 100mila euro. Ad appoggiare i disegni imprenditoriali di due ristoratori di Roma Nord, sarebbero stati tre pezzi grossi del XV Municipio, che ora sono stati indagati per abuso d'ufficio. Si tratta di Antonella Gibilisco, responsabile dello Sportello unico attività produttive, trasferita in altra sede nel 2016 e che la scorsa settimana ha anche subito una perquisizione a casa e in ufficio, Luigi Todde, della Direzione tecnica amministrativa, e Mario Fiore, dirigente dell'Unità organizzativa amministrativa. Il pm Alberto Galanti ha indagato anche i beneficiari del trattamento di favore, Fabio Ponari e Leonardo Sassi, titolari rispettivamente dei locali R. B. Company e Panificio Nazzareno. Sono accusati pure loro di abuso d'ufficio e, in aggiunta, di occupazione abusiva di suolo pubblico. A scoprire le irregolarità, i carabinieri della stazione Ponte Milvio, che hanno inviato varie informative in procura.

LE CONCESSIONI
Nel decreto di perquisizione gli inquirenti ripercorrono le tappe delle concessioni irregolari. Il 6 maggio 2014, la Soprintendenza dà parere negativo alla richiesta di occupazione permanente di suolo pubblico avanzata da R. B. Company, per una superficie di 41 metri quadri, con tre ombrelloni, 16 tavolini e 4 pannelli. Nella nota dell'ente si legge che «l'osp richiesta andrebbe a posizionarsi sul marciapiede già gravato da molte altre occupazioni, peraltro molte non autorizzate e per le quali è stata chiesta la rimozione, saturando l'area pubblica vincolata e lasciando uno spazio limitato per il passaggio pedonale». Due giorni dopo, l'8 maggio, la società presenta una richiesta di occupazione temporanea per il periodo che va dal 15 maggio al 10 novembre 2014. Il 30 giugno, Todde, «previa istruttoria da parte della Gibilisco» - si legge nel decreto - emana la determinazione dirigenziale numero 854, con cui assegna la concessione in questione.

IL RINNOVO
A questo punto subentrerebbe il terzo funzionario indagato, Mario Fiore. Vistando un atto predisposto dalla dirigente, avrebbe concesso il rinnovo del permesso «fino all'adozione del Piano di massima occupabilità da parte del Municipio». In questo modo, per la procura, avrebbe di fatto attribuito alla società un'occupazione permanente, visto che «il piano è un atto discrezionale e non obbligatoriamente adottabile da parte del municipio». Infatti, è stato istituito il 5 gennaio 2017, con la nuova amministrazione.
La Gibilisco è anche accusata di non aver accertato il regolare versamento da parte della R. B. Company del canone di occupazione, «cagionando così all'amministrazione un danno patrimoniale», continua il decreto. Agli atti, il conto risulterebbe saldato solo dal 30 giugno 2016 al 10 novembre 2014, per un totale di 8.431 euro. «Il 31 gennaio 2017 - scrive il pm - risultava un debito verso il Municipio pari a 59mila e 568 euro».

IL PANIFICIO
La stessa cosa sarebbe successa anche per favorire la società Asanisimasa, che gestisce il Panificio Nazzareno, al civico 35 del piazzale. In questo caso, secondo la ricostruzione della procura, la richiesta di concessione viene presentata il 2 maggio 2013. La Soprintendenza dà parere negativo. «La presenza di più occupazioni consente il passaggio pedonale solo lungo il percorso per non vedenti», è scritto nella nota inviata al XV Municipio, in cui si chiede anche la revoca dei permessi. In novembre, il diniego viene confermato. Nonostante tutto, Todde, il 30 luglio del 2014, previa istruttoria della Gibilisco, rilascia la concessione temporanea di occupazione per 40 metri quadri, valida fino al novembre 2014. Dopo la scadenza, Fiore consente la proroga. Anche in questo caso ci sarebbero canoni arretrati e mai riscossi, dalla fine del 2014 al gennaio 2017. Contestazione di cui deve rispondere sempre la Gibilisco. Il debito nei confronti dell'amministrazione è pari ad altri 52mila euro.
 
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