Roma, donna trascinata dalla metro: macchinista indagato

Roma, donna trascinata dalla metro: macchinista indagato
di Valentina Errante
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Domenica 16 Luglio 2017, 09:53

ROMA Finisce sul registro degli indagati con l'ipotesi di lesioni colpose il nome del macchinista che, il 12 luglio, guidava il convoglio della metro nel quale è rimasta incastrata Natalya Garkovic, trascinata per alcuni metri dal treno e ancora ricoverata in ospedale. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza Atac sono state acquisite dalla polizia su richiesta della procura di Roma, che verificherà le eventuali responsabilità del conducente, ripreso mentre mangia alla fermata e ignaro di trascinare Natalya per alcuni metri. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo non avrebbe frenato, nonostante i passeggeri avessero segnalato il pericolo attraverso gli appositi dispositivi di allarme e, solo alla stazione successiva, sarebbe sceso per chiedere perché fosse stata segnalata un'emergenza.

Soltanto una fortunata casualità ha evitato la morte della donna: il fatto che fosse salita sull'ultimo vagone e che i viaggiatori siano riusciti a forzare le porte e a spingerla fuori. Il treno, intanto, aveva già fatto ingresso nel tunnel e Natalya era rimasta in bilico nel piccolo spazio esterno al vagone. Ma i pm procedono anche su un altro fronte: la manutenzione dei vagoni. Perché la sera di mercoledì i sensori, che dovrebbero impedire la chiusura delle porte non hanno funzionato.

IL CONDUCENTE
Sono state le immagini delle telecamere ad accelerare l'iscrizione del conducente, anche in assenza di una querela da parte di Natalya Garkovic. Una procedura inconsueta, prevista solo per compiere atti urgenti. Nelle immagini, si vede il macchinista della metro, ripreso alla fermata della stazione Termini, mentre mangia, in attesa che i passeggeri salgano sul treno. L'uomo guarda lo specchietto retrovisore e riparte. Non si accorge di quanto accade alle sue spalle. È un'altra telecamera a riprendere l'orrore: Natalya, trascinata per alcuni metri, che tenta di sganciarsi dal treno, corre e cade, mentre il convoglio prende velocità.
Nelle ore immediatamente successive ai fatti, l'uomo era già stato sentito dalla polizia, aveva spiegato di non essersi fermato, nonostante l'allarme attivato dai passeggeri, perché il sistema dovrebbe bloccarsi se qualcuno rimane incastrato. I video, però, non erano ancora stati visionati dagli inquirenti. E adesso la sua posizione si aggrava.

A carico del macchinista ci sono anche alcune testimonianze: alla stazione successiva, quando ha lasciato la sua cabina ed è sceso per capire perché fosse stato azionato il sistema d'allarme, il macchinista ha smentito i passeggeri terrorizzati, che chiedevano perché il treno non si fosse fermato: «Se una persona rimane incastrata nelle porte il sistema si blocca - ha replicato - Perciò non c'era nessuno tra le porte. Quello è un allarme non un freno, mi sono fermato adesso per vedere cosa fosse successo».
Natalya ha riportato fratture in tutto il corpo e subito operazioni al bacino e alla mascella.

LA MANUTENZIONE
La Procura aveva aperto una fascicolo sulla manutenzione nelle stazioni delle linee A e B della metro già nel 2015, quando un bambino di 4 anni è morto cadendo nel vano ascensore della fermata Furio Camillo. Per quei fatti è a giudizio l'operaio che era intervenuto, ma lo stralcio dell'inchiesta, coordinata dal pm Maria Letizia Golfieri, si è allargato e riguarda la manutenzione di ascensori, scale mobili e treni.

La procura disporrà una perizia per stabilire perché, mercoledì scorso, le misure di sicurezza, nel treno, che procedeva in direzione Laurentina, non abbiano funzionato. I vagoni della linea B sono i più vecchi, ma le porte sono ugualmente dotate di sensori che ne dovrebbero impedire la chiusura in presenza di un corpo. Lo stesso vale per quello che i passeggeri credevano fosse un freno di emergenza, con il quale speravano di fermare il treno in corsa prima che entrasse i galleria. Di fatto si tratta di un sistema di allarme che dovrebbe avvisare il conducente, che però avrebbe atteso la fermata successiva per capire cosa stesse accadendo.