Fontana di Trevi, il piano anti-sfregi: pattuglie e flussi regolari

Fontana di Trevi, il piano anti-sfregi: pattuglie e flussi regolari
di Laura Larcan
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Martedì 25 Aprile 2017, 09:22

L'ultimo emulo di Anita Ekberg ha fatto traboccare il vaso. O la fontana, per rimanere in tema. Dopo l'ultimo indisturbato bagno nudo del sedicente artista di Barcellona, avvenuto sabato scorso, per la Fontana di Trevi potrebbe arrivare in extremis un momento di svolta, con una stretta istituzionale contro i turisti più incivili. Tradotto, presidi raddoppiati giorno e notte, direttive d'intervento più mirate, modalità d'azione preventive e di allontanamento. Dal Campidoglio fanno sapere che «è allo studio un inasprimento delle sanzioni amministrative per contrastare comportamenti che offendono i monumenti della città. Allo stesso tempo però è importante non enfatizzare questi gesti incivili che se trasformati in fenomeni mediatici, non possono che produrre emulazione». D'altronde, il monumento capolavoro settecentesco è talmente fuori controllo, per l'assedio selvaggio di almeno 25mila turisti al giorno, che è diventato una priorità spinosa sul tavolo del comandante della Polizia municipale. E per il gioiello di Nicola Salvi, si sta ridisegnando in queste ore la scacchiera di controlli e modalità di intervento. Che Fontana di Trevi diventi finalmente un sorvegliato speciale? La sfida è aperta.

I TURNI
Da quanto si apprende, il presidio della Polizia sulla piazza sarà potenziato con il personale del Gruppo speciale Gssu: dai due agenti fissi, si passerà a quattro («ma forse anche a cinque», precisano) per stabilire un nuovo regime di turni h24. Aumenterà il livello di attenzione sulla tutela del monumento, con direttive specifiche volte a incrementare i controlli da parte degli agenti. Per esempio, gli agenti saranno preparati ad intercettare atteggiamenti a rischio in modo da prevenire eventuali azioni vandaliche. Le sanzioni amministrative, oggi già di 400-450 euro, potrebbero arrivare a toccare la soglia massima, da norma nazionale, di 500 euro. Ieri la situazione a Fontana di Trevi era a dir poco impressionante. È bastato un sopralluogo intorno alle ore 16 per rendersene conto. Gente che scavalcava, gente che s'arrampicava, il bordo della vasca trasformato in un salotto. A tenere a bada questo fiume in piena di turisti irriducibili del bivacco e del selfie estremo ieri c'erano tre agenti in divisa, scortati da un pool di sei agenti della Polizia di Stato. «Il periodo diventa particolarmente critico, da maggio ad agosto si entra nella fascia della cosiddetta alta stagione turistica, che va a braccetto con il fenomeno della movida, e Fontana di Trevi va attenzionata ancora di più», dichiara il Comandante Diego Porta. Quello che è sicuro è che il Comando generale sta dando direttive precise in modo che «il personale operante possa intervenire in modo omogeneo e coordinato con strumenti che agevoleranno, sempre nei limiti delle risorse umane disponibili, l'attività». Intanto si parte con questo piano, ma il prossimo passo strategico, come precisano, sarà l'approvazione del nuovo regolamento di polizia urbana, che può inserire lo specifico articolo di «allontanamento in caso di reiterazione» di danni in aree di pregio previsto dal nuovo Decreto Sicurezza appena licenziato dal Governo. D'altronde, le immagini di bivacchi fuori controllo a Fontana di Trevi non hanno lasciato insensibile il mondo della cultura. Sul piano politico, lo stesso ministro Dario Franceschini aveva ribadito l'urgenza di regolamentare i flussi turistici a Fontana di Trevi per tutelare il monumento. Il dibattito è aperto.

LE REAZIONI
Per il noto storico dell'arte Philippe Daverio: «Tutto parte dallo stile che l'amministrazione municipale presta ai luoghi. Se lei va a Parigi, nessuno si ubriaca sulle scale di Notre Dame, eppure davanti alla basilica passa un flusso di gente maggiore che a Fontana di Trevi. A Londra, a Trafalgar Square, dove c'è più turismo che da noi, la gente non sta seduta a terra a mangiare l'hamburger, buttando la carta. I turisti in fondo sono gli stessi, ma la situazione di Fontana di Trevi non va attribuita solo al turista, ma va attribuita all'ente pubblico che governa la situazione. A Roma, tutti vanno a Fontana di Trevi, ma nessuno va a Porta Maggiore a vedere la Tomba del fornaio che è uno dei monumenti più bello del mondo. Ma se uno guarda Porta Maggiore, capisce il perché: traffico assurdo intorno, totale degrado. La prima realtà che non rispetta l'eredità storica è l'amministrazione, che dovrebbe invece lavorare su un nuovo piano di comunicazione sull'uso e la fruizione della sua città».
Rilancia l'importanza del controllo anche il noto divulgatore di storia dell'arte Claudio Strinati: «Bisognerebbe riflettere sul fatto che la Fontana di Trevi sia un luogo sensibile che andrebbe vigilato un pò meglio. Non solo per lo scandaletto del bagno nudo, quanto per il fatto che la gente qui lancia le monete, e non c'è un controllo severo su questo denaro. Qualcuno le ruba? Spero che non sia vero, ma questo è un buon motivo per rafforzare la vigilanza. A mio avviso questo denaro dovrebbe andare al Comune a costituire un fondo per la manutenzione del patrimonio. Si tratta di milioni». Quanto alla fama della Fontana, Strinati ha un sua visione: «Concettualmente c'è all'origine anche la forte suggestione cinematografica della Dolce Vita. Non si può negare che la potenza dell'immagine felliniana abbia un tale impatto che ci possa essere un'implicita autorizzazione a pensare che, in fondo, nella fontana si possa entrare. Aggiungi che la Fontana è concepita come una piscina-piazza, secondo l'intuizione mirabile del suo progettista. Insomma, la vasca è come se fosse un lago nella città. La follia è prendere l'esempio di Fellini e trasformarlo in un atto vandalico vero. E il controllo oggi è doveroso».