Roma, investita da un taxi, il papà: «Mia figlia uccisa dalla strada maledetta»

Roma, investita da un taxi, il papà: «Mia figlia uccisa dalla strada maledetta»
di Camilla Mozzetti
2 Minuti di Lettura
Martedì 23 Maggio 2017, 07:56
«Ad ammazzare mia figlia è stata quella strada maledetta, trafficata e senza controlli, con le auto che schizzavo via a velocità fortissima». È un dolore composto quello di papà Stefano, di fronte al padiglione Pio XII dell'ospedale Bambino Gesù. I sanitari hanno da poco accertato la morte cerebrale di sua figlia Alice, investita sabato scorso da un taxi mentre attraversava la strada a pochi passi da porta Metronia. Sta aspettando di firmare il modulo per permettere ai medici di espiantare gli organi di Alice, «e salvare magari altre vite e giovani che ne hanno bisogno, perché questa scomparsa assurda non sia vana». Ma lo vuole sottolineare, «la colpa prima di tutto è stata della strada».

Signor Galli perché dice questo?
«Perché via dell'Amba Aradam è una strada maledetta, mesi fa era stato investito un nostro conoscente, la segnaletica orizzontale è completamente assente e la pensilina dove le persone aspettano l'autobus è troppo attaccata alla strada, c'è sempre un rischio».

Cosa dovrebbe fare il Campidoglio?
«Dovrebbe pensare innanzitutto a istallare dei dissuasori di velocità, invece di pensare a montare gli autovelox, si pagano le multe ma ci muore la gente, come mia figlia. Lancio questo appello all'amministrazione comunale perché episodi del genere non si ripetano più».

Al momento del riconoscimento, dopo l'incidente, i vigili non hanno potuto risalire al nome di sua figlia, come mai non aveva con sé i documenti?
«Alice doveva rinnovare la carta d'identità ma al Municipio le avevano dato appuntamento al 28 luglio. Capisce? Tra quasi due mesi solo per fare il rinnovo di un documento. Un'altra anomalia di questa città».