Da qualche settimana si era stancata di quel rapporto tira e molla, tra minacce e perdoni intervallati da serate a base di cocaina che si concludevano con abbracci o pugni. E così lui, il vigile violento, T. B., 38 anni, era diventato più pericoloso. E’ stato bloccato sabato da una squadra di Porta Maggiore e portato in commissariato per le procedure di fermo. Una volta lì, al vigile, un omone alto due metri, non è servito difendersi sostenendo di essere andato al negozio della ex fiamma per riappacificarsi. Lei qualche giorno prima aveva presentato una denuncia contro di lui, poi integrata il giorno del fermo. Così il pm Silvia Santucci ne ha chiesto l’arresto, avallato in poche ore dal gip Pina Guglielmi.
LE ACCUSE «La gravità e la durata delle condotte violente e vessatorie poste in essere dall’indagato in danno della vittima - hanno concluso i magistrati - delineano una personalità fuori controllo e senza freni». Due volte la giovane era finita in ospedale per le botte, ma aveva taciuto. L’ultima volta il 7 maggio, quando lui l’aveva portata all’appartamento dove avrebbe voluto convivere e dove invece, in uno scatto di gelosia, l’aveva pestata a più riprese, anche dopo averla riacciuffata per strada scalza mentre cercava di fuggire. Per poi inscenare un teatrino all’arrivo della polizia allertata dai vicini. «Nulla, era solo un bisticcio» aveva confermato pure lei, per paura, visto che l’avvertimento era sempre stato chiaro: «Voglio morì, quest’anno voglio morì e me ne porto appresso tanti».
Nella casa del vigile, il giorno dell’arresto, era stata trovata una dose di coca. «Era caduta a lei» si giustificò lui. Anni fa mentre era in servizio fece partire – secondo lui per sbaglio - dei colpi di pistola in caserma. «Segno della pericolosità» ha riletto ora l’episodio il giudice che lo ha spedito a Regina Coeli.
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