Roma, è polemica su Mondo di mezzo: scontro con i legali sull'appello

Roma, è polemica su Mondo di mezzo: scontro con i legali sull'appello
di Valentina Errante
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Domenica 28 Gennaio 2018, 10:07
È un passaggio della relazione del procuratore generale Giovanni Salvi ad accendere la polemica. Il pg lancia l'allarme sulla diffusione delle mafie, «dalla pervasività di organizzazioni camorristica nel sud della Regione, alla lenta conquista del mercato e delle imprese da parte dell'ndrangheta, alla persistenza delle infiltrazioni di Cosa nostra», ma poi indugia sull'appello, che comincerà il prossimo 5 marzo, dell'inchiesta Mondo di Mezzo. A reagire è il presidente delle Camere penali di Roma, Cesare Placanica, che prende la parola poco e punta il dito su quello che poi definisce un lapsus freudiano: «Nella sua requisitoria il procuratore generale ha fatto riferimento a Mafia capitale. È un processo come tutti gli altri, la Corte che dovrà pronunciarsi deve potersi esprimere in tutta tranquillità - dice - è un processo come tutti gli altri».

L'INTERVENTO DI SALVI
«La direzione distrettuale antimafia - dice Salvi - ha ottenuto nel settore di sua competenza risultati davvero straordinari, portando alla luce l'esistenza di una fitta rete di organizzazioni criminali, legate dai più diversi interessi, alcune delle quali facenti capo ad organizzazioni mafiose storiche e altre del tutto autonome e originali. Alcuni - aggiunge Salvi - hanno gioito alla decisione del Tribunale di Roma che ha ritenuto di escludere il carattere dell'organizzazione cosiddetta Mondo di mezzo. Dunque a Roma la mafia non esiste! La Capitale deve essere risarcita per il suo nome infangato! La Procura generale - ribadisce Salvi - ha impugnato la sentenza in questione, così come aveva impugnato quella della corte d'Appello che escludeva il carattere mafioso del clan Fasciani, ottenendo qualche giorno addietro una decisione della Cassazione che torna - ancora una volta - a fare chiarezza su punti di diritto in verità già molto chiari». Poi aggiunge: «Dopo avere letto attentamente la ponderosa sentenza del tribunale, la procura generale ha dunque proposto appello solo su questo specifico punto, anche al fine di ricondurre ad unità le diverse decisioni, sotto i principi già fissati dalla Corte».

LA CAMERA PENALE
Nella sua replica Placanica parte dall'insegna affissa alle spalle della Corte in tutti i Tribunali La legge è uguale per tutti e aggiunge «Quel monito che non è scritto in nessun testo di legge italiano, neppure nella Costituzione, è un principio della tradizione greca così importante da essere poi introdotto nella dichiarazione dei Diritti dell'uomo e vuol dire anche questo, ecco Mafia capitale è un processo come un altro. Sarà diverso sotto il profilo organizzativo, ma - aggiunge Placanica - nel momento in cui si scende in campo, si entra dentro il processo, deve necessariamente essere come tutti gli altri. E questo è l'auspicio: chiunque debba approcciarsi a un processo deve tener presente quel principio. Quindi, il nostro auspicio è che i tre eccellenti giudici che compongono il collegio siano lasciati in pace e possano pronunciarsi in massima tranquillità sul fatto che esista o non esista la mafia. Perché è solo un problema processuale e non più dell'amministrazione politica della giustizia».
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