Prof arrestato a Roma, parla la mamma della vittima: «Ci siamo fidati e lui ha approfittato della nostra bambina»

Prof arrestato a Roma, parla la mamma della vittima: «Ci siamo fidati e lui ha approfittato della nostra bambina»
di Alessia Marani
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Giovedì 18 Gennaio 2018, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 10:13


Lei è in fondo al corridoio, la testa china, i capelli lisci che le scendono sulle spalle. Una ragazzina, «una bambina, 15 anni» dice meglio la mamma. Infila le mani nel manicotto della felpa grigia con il logo della scuola, indossa i leggins e le scarpe da ginnastica, sguardo in basso inchiodato sul parquet. Ha i rossi sulle guance, alza per un momento gli occhi, sorride. «Tutto bene?», «Sì» e li riabbassa. Il papà che fa l'imprenditore è andato a prenderla a scuola, al liceo Massimo dell'Eur. Lì, davanti all'istituto dei Gesuiti, dalla sua smart ha detto che «è una vergogna». Poi ha scortato sua figlia fino a casa, un appartamento in affitto nella periferia Est, una realtà che appare lontana anni luce dai cliché del blasonato istituto paritario frequentato dai vip. Ed è lì che di lei ha abusato il professore di Lettere che le impartiva le ripetizioni di latino nell'aula pomeridiana, Massimo De Angelis, da martedì a Regina Coeli. La mamma non la lascia per un attimo la sua «bambina». Accanto a lei il marito.

Signora, eppure a detta di molti quel docente era un pilastro della scuola, un punto di riferimento per i colleghi e i ragazzi. La compagna ha sbattuto i pugni, parla di un padre di famiglia integerrimo...
«La moglie dice che quello è un brav'uomo? Ognuno guarda al suo orto, che doveva dire? Anche noi ci siamo fidati di lui, abbiamo avuto fiducia, ma evidentemente abbiamo commesso un grande errore».

Ma quest'uomo si era invaghito di vostra figlia? Su Facebook scherzava, diceva che sembravate sorelle. Le insegnava teatro.
«Quest'uomo ha più di cinquant'anni e nostra figlia ha meno di un terzo dei suoi anni, ne ha quindici ed è una bambina. Perciò non ci doveva nemmeno pensare, non doveva permettersi di fare quello che ha fatto. Mi chiedo: come ha potuto? Si è approfittato del suo ruolo e niente può giustificare quello che ha fatto. Cos'altro c'è da aggiungere? Credo proprio nulla».

I messaggi, le chiamate sul telefonino: l'insegnante di matematica vi ha convocati, ma poi avete scoperto voi cosa stava accadendo tra il professore e vostra figlia?
«È tutto a verbale, è come abbiamo raccontato agli inquirenti. Quando abbiamo avuto il sospetto ci siamo attivati. Da un paio di mesi nostra figlia aveva cambiato umore, era diventata intrattabile e a scuola il cambiamento era stato notato. Prima di Natale abbiamo preso il suo telefonino mentre stava dormendo e in quel momento è arrivato l'ennesimo messaggio amorevole del docente. L'abbiamo svegliata e lei ha cominciato a parlare. Siamo andati dal magistrato. Abbiamo fatto il nostro dovere. Ma sfidiamo chiunque a trovarsi nella nostra stessa situazione: se fosse stata sua figlia che cosa avrebbe fatto al posto nostro? Che rabbia».

Che cosa vi aspettate ora?
«La situazione è molto delicata. Ci è crollato il mondo addosso. La nostra bambina è tornata a scuola ed è importante che lui resti lontano da lei. Noi ci siamo rivolti alla giustizia e adesso la giustizia farà il suo corso e quell'uomo deve pagare. Ma ora abbiamo tutti bisogno di tranquillità e dobbiamo pensare solo al bene di nostra figlia».

 

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