Terremoto, Protezione civile senza capo, i volontari: «Fermi anche noi»

Terremoto, Protezione civile senza capo, i volontari: «Fermi anche noi»
di Alessia Marani
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 10:55

Senza un direttore e con le convenzioni scadute dal primo gennaio. Le associazioni di volontariato che fanno capo agli uffici di Porta Metronia si dicono molto preoccupate per il futuro della protezione civile a Roma. Da novembre, ossia da quando l'ex direttrice, l'ingegnere Cristina D'Angelo, ha lasciato il suo posto senza che sia stata ancora sostituita dal Campidoglio, non hanno più partecipato a tavoli o riunioni tecniche. Né sono state invitate ai comitati operativi per l'emergenza neve di inizio mese o per il terremoto di mercoledì, quando sono state chiuse scuole e metro. «Abbiamo avuto solo un incontro con il delegato alla Sicurezza Marco Cardilli prima di Natale. Avevamo chiesto di parlare con il sindaco, ma era impegnato. Ci auguriamo che ci riceva presto», spiega Cristiano Bartolomei dell'associazione Brigata Garbatella e presidente regionale Lazio di Prociv Italia.
L'IMMOBILISMO
Sono circa 110 le associazioni che attendono di vedersi rinnovata la convenzione. I coordinatori regionali hanno già diffidato il Comune dal chiamarli per interventi che non siano di assoluta urgenza. Vale a dire che per servizi come quelli finora svolti durante il Giubileo o in occasione di maxi-eventi, di concerti o manifestazioni sportive, non si può più contare nella Capitale sull'assistenza dei volontari. Il bando pubblico per la convenzione è in itinere, ma non c'è certezza nemmeno sui fondi in bilancio: «Temiamo che la situazione non si sbloccherà prima di febbraio o marzo, nella migliore delle ipotesi», afferma Bartolomei. Sul filo dell'attuale immobilismo si gioca il sistema di protezione civile romano.
I TAGLI
Nell'VIII Municipio, per esempio, alla stessa Brigata Garbatella e all'associazione Millennium era stato chiesto con una lettera dal presidente locale M5S Paolo Pace di provvedere all'apertura dei giardini comunali, di fare da supporto ai vigili nelle operazioni di sequestro delle merci e dei controlli anti-abusivi, persino di occuparsi dei traslochi degli uffici. «Ma non è che per sopperire ai tagli ai servizi - dicono i volontari - si può usare la protezione civile. Noi abbiamo tutti un lavoro e ci mettiamo a disposizione della collettività per spirito solidaristico non per supplire all'ordinario».
La questione, allora, provocò anche una netta presa di posizione del direttore nazionale di protezione civile Fabrizio Curcio che ha dovuto ribadire come la legge vieta espressamente che certe funzioni di polizia siano svolte dai volontari.
GLI ATTRITI
A quanto pare anche in occasione dell'incontro con il delegato di Virginia Raggi sarebbero emerse frizioni. Il Campidoglio avrebbe provato a forzare nuovamente la mano ipotizzando l'utilizzo dei volontari della protezione civile per presidiare i tombini. Fatto sta che dopo più di due mesi la casella del direttore di protezione civile non è stata ancora riempita. Finora la Raggi non avrebbe trovato figure di gradimento.
 

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