Roma, il suk abusivo di piazza Cipro dove le regole sono a tempo

Roma, il suk abusivo di piazza Cipro dove le regole sono a tempo
di Laura Bogliolo
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Domenica 23 Luglio 2017, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 13:55

In una busta sporca si vede una medaglietta: sembra quella del battesimo di un bimbo che ogni nonno ama tenere al collo. C'è anche un anello, molto grazioso: la mamma lo indossava nelle occasioni importanti. Il braccialetto, da uomo, invece lo aveva ricevuto Carlo a 18 anni, era estate e l'Italia vinceva i Mondiali. I volti dei bimbi della squadra di calcetto sono sorridenti, tesi, sgualciti solo dalle pieghe della t-shirt sulla quale sono stati stampati: le mamme hanno messo insieme un po' di soldi per creare quelle magliette uniche, che un giorno diventeranno un ricordo. Chi mai getterebbe via qualcosa con il volto del figlio o del nipote?
 

 

IL VIAGGIO
Il viaggio nella fantasia che suscitano gli oggetti a terra potrebbe continuare per ore, anzi, per ogni centimetro di marciapiede calpestato, occupato illegalmente da lenzuoli e cartoni. Si dice che anche qui, nel mercatino abusivo nella stazione Cipro della metro A, ci siano oggetti recuperati dai cassonetti: certo, ce ne sono molti. Ma il dubbio sulla provenienza illecita è veramente forte quando ci si imbatte in buste piene di gioielli (o almeno lo sembrano) che vogliono rifilarti velocemente: dentro la medaglietta, l'anello, il braccialetto e qualcos'altro che non si fa in tempo a osservare. Quando si avvicinano le 7.30, se contratti vivacemente, il prezzo scende di molto perché sta per scoccare l'ora della legalità.

DALL'ALBA
Alle 7.30, puntuali, ogni mattina arrivano i vigili. I mercanti vanno via, ma non fuggono, perché non si tratta di un blitz, di un'operazione non prevista: lì tutti sanno che quella è l'ora di sbaraccare. Siamo all'uscita della metro, in via Fra' Albenzio, dove c'è un altro angolo di Roma nel quale valgono leggi diverse, dove si può vendere senza pagare tasse. Ovviamente non si paga per esporre lenzuoli-insegne. Raccontava tempo fa un commerciante a San Lorenzo che deve sborsare soldi anche per l'ombra che crea sul marciapiede la sua insegna. Ma a Roma la legge cambia in base alle pagine dello stradario (ops, scusate: in base alle coordinate di Google Maps). La maggior parte degli oggetti è italianissima: proviene dai cassonetti o da qualche appartamento.
 

LA METAFORA
Giochiamo con la fantasia, non si hanno certezze che ci siano oggetti rubati, però c'è qualche precedente: neanche un anno fa il presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi raccontò che «in un blitz è stata trovata merce frutto di ricettazione». L'altro giorno a terra c'erano orologi, gioielli, computer, elettrodomestici e dvd (troviamo Totò truffa, quasi una metafora). La strada davanti l'uscita di una delle stazioni più gettonate dai turisti, a pochi passi dal Vaticano, dall'alba fino alle 7.30 viene inghiottita dal mercato abusivo. «Per trovarlo devi venire presto, molto, perché alle 7.30 arrivano i vigili e il mercatino scompare». A raccontarlo è un portiere di un palazzo di viale Andrea Doria: «Il mercatino c'è da anni, ogni tanto fanno blitz, ma è inutile». Perché ci sono luoghi che non conoscono legge e neanche discontinuità. Un solo punto a favore dei romani: il mercatino dopo l'orario di punta non si sposta più a piazzale degli Eroi. «Lì ormai si apposta una pattuglia dei vigili e loro non arrivano» dice il portiere. Forse il suk in piazza era troppo visibile.

I mercanti sono soprattutto nomadi. Ad acquistare più raramente si vede qualcuno che sembra un collezionista. Alle 7.30 ecco apparire una pattuglia. Un residente dà voce al disagio del quartiere: «Fate qualcosa, ma insomma, ogni mattina stanno qui». Ma tutti lo sanno: alla stazione Cipro vicino a San Pietro la legalità è pregata di ripassare. Alle 7.30.

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(2 - continua)

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