Le fatture gonfiate ammontano complessivamente a 101mila euro e hanno consentito all'imputato di ottenere un finanziamento illegittimo pari a 59mila e 820 euro. Si riferivano a un «acconto per lavori di ristrutturazione e installazione impianti elettrici, di illuminazione, telefonici e di condizionamento» apparentemente effettuati in un immobile in zona Bravetta. Per i magistrati di via Baiamonti, l'imprenditore avrebbe agito con dolo, con lo scopo preciso di «ottenere illegittimamente contributi pubblici», si legge nella sentenza. Per la stessa vicenda era anche finito a giudizio di fronte al Tribunale penale, con l'accusa di truffa aggravata. In quel caso, però, era stato graziato dalla prescrizione, visto che il contratto di finanziamento stipulato con il Comune risale al 2004.
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