Sisma a Roma, le ferite ancora aperte: Mura Aureliane, crepe più larghe

Sisma a Roma, le ferite ancora aperte: Mura Aureliane, crepe più larghe
di Raffaella Troili
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Lunedì 21 Agosto 2017, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 08:34

Transenne, zone pericolanti, divieti di transito. Dopo un anno, tracce e ricadute del terremoto quello di agosto e l'altro di ottobre sono evidenti anche su Roma. Tutto fermo tra Porta San Sebastiano e Porta Latina, dove le crepe comparse su un torrione delle Mura Latine, continuano ad allargarsi pericolosamente. I vigili del fuoco misero in sicurezza l'area, i cartelli con scritto sopra pericolo sono ancora lì (qualcuno a terra), le transenne della Municipale pure. Nulla è cambiato, «anzi, dopo un anno la crepa principale è peggiorata, si è ingrandita», segnalano dal Comitato Parco Mura Latina, «anche altre sui lati, non promettono nulla di buono. Non è stato messo nessun puntello, la sicurezza non è certo garantita da un restringimento della carreggiata». Il Comitato ha più volte segnalato il problema: «Dicono che non intervengono perché non ci sono soldi». Un leitmotiv già noto in città ma che di fronte a quelle Mura antiche già crollate in passato sotto la pioggia battente, fa dire a qualcuno: «Con il primo acquazzone, verrà giù tutto». I residenti stanno pensando a una raccolta fondi per salvare le Mura, magari collegata a eventi, incontri, mostre e passeggiate.

VERDE NEGATO
Cancelli serrati, erba alta. Resta chiuso al pubblico e desolatamente abbandonato il Giardino del Quirinale, già di Carlo Alberto, il parco davanti alla residenza del Capo dello Stato e alle spalle della Questura. Non a caso, gli abitanti della zona riuniti nel comitato Scatena Monti alla vigilia della scorsa festa della Repubblica del 2 giugno, hanno scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e hanno scelto di recapitargliela attraverso Il Messaggero. «La villa proprio di fronte alla Sua residenza da quasi un anno è stata nuovamente chiusa, l'intera area è abbandonata e in malora. La chiusura non solo priva noi cittadini di un'area verde per far giocare i nostri figli, ma arreca un grave danno di immagine alla città e al Paese» visto il passaggio continuo di turisti a ridosso del Quirinale. Dopo la lettera dei residenti, che lamentavano anche l'assoluta mancanza di informazioni sui motivi della chiusura, i tempi per la riapertura e gli eventuali lavori in corso, sui cancelli è apparso solo un cartello. Avvisa i cittadini della chiusura del giardino: «in attesa della messa in sicurezza dell'area in corrispondenza del muro di sostruzione tra via Ferrara e via Piacenza, si è proceduto a interdire l'accesso fino alla conclusione dell'indagine in base alle perizie già in itinere». Ma di lavori in corso neanche l'ombra. Alle spalle della villa, chiusa dopo le scosse di terremoto che hanno devastato il centro Italia, c'è solo una rete arancione su via Pistoia, tra l'altro assai poco inaccessibile. «Siamo in Centro e non abbiamo uno spazio verde», lamentano i cittadini. Riaperta da poco Villa Aldobrandini, i cedimenti del terreno sono stati circoscritti. Quanto al degrado, meglio non dilungarsi, ma questa è un'altra storia e riguarda tutto il verde di Roma.

«Viadotti, tangenziale, ponti, monumenti, sono stati messi in sicurezza e riaperti; le ultime verifiche sono in via di risoluzione», spiegano Municipale e vigili del fuoco. I tecnici intervengono sull'urgenza, poi demandano i controlli superiori e la messa in opera agli enti che tutelano la sicurezza delle persone. Per questo nonostante il via libera, resta chiuso al transito degli autobus e dei mezzi pesanti Ponte Principe Amedeo, davanti alla Galleria Pasa. «È il Comune, l'Ufficio stabili pericolanti, a concedere la viabilità ai mezzi pesanti», ancora i vigili. Anche qui i cittadini che transitano sul lungotevere lamentano l'aumento del traffico per via dei torpedoni che vanno e vengono dalla Galleria e dal Terminal Gianicolo e si incanalano sul lungotevere.

(2.continua)