Sul decesso indaga il commissariato di Monteverde, ma tutto al momento lascia intendere che il quarantenne, di mattina presto, sia salito da solo per la scala antincendio del padiglione Marchiafava dell'ospedale romano e abbia scelto di compiere un ultimo salto nel vuoto. Gli agenti della vigilanza del San Camillo che lo hanno trovato moribondo hanno subito allertato il 118 e la polizia. Alle 7,20 era al pronto soccorso, in codice rosso, in un disperato tentativo di rianimazione, mentre le verifiche interne dell'ospedale escludevano si trattasse di un loro ricoverato. Vestiva abiti borghesi, nè camice, nè pigiama. È stata la polizia a trovare sul tetto del padiglione la borsa con dentro un documento di identità e la cartella clinica dello Spallanzani. Una delle ipotesi è che ci sia un nesso tra la documentazione medica - delle analisi del sangue - e la scelta di farla finita. Tutto il materiale è stato preso in consegna dalle forze dell'ordine. Lo Spallanzani, un elemento che non passa inosservato, confina con il San Camillo proprio dal lato del padiglione Marchiafava, ed è noto in tutta Italia per essere un centro specializzato in malattie infettive.
L'uomo, in ogni caso, non aveva scoperto di recente di essere malato: già nel 2014, nel corso di un accesso al pronto soccorso del San Camillo, le sue condizioni di salute erano state messe agli atti, e risultano dai registri.
Ora gli inquirenti, contattando i familiari, proveranno a fare chiarezza su cosa possa avere spinto davvero un uomo, prima delle 7 del mattino di una giornata di luglio, a salire gradino per gradino una scala di ferro, guardare dall'alto un ospedale e decidere di smettere di vivere.
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