Trascinata dalla metro a Roma, il macchinista aveva un doppio lavoro

Trascinata dalla metro a Roma, il macchinista aveva un doppio lavoro
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 22 Luglio 2017, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 18:56


ROMA Macchinista della metro o magazziniere in una ditta di Acilia? Chissà a quale dei due mestieri, Gianluca Tonelli, dedica le sue attenzioni in modo predominante e quale pensa di esercitare, per così dire, di straforo. Difficile sapere quanta dedizione applichi mentre lavora in un'impresa di «movimentazione» di materiale edile nei pressi di Ostia; di sicuro all'Atac, il conducente indagato per lesioni dopo l'incidente del 12 luglio che ha ferito gravemente una donna di 43 anni, qualche dubbio sulla sua abnegazione è venuto. Non solo perché dieci giorni fa, mentre il suo treno trascinava per oltre 135 metri sulla banchina una passeggera rimasta impigliata alle porte esterne, Tonelli mangiava tranquillamente in cabina di guida senza accorgersi di nulla. Ma anche perché è venuto fuori che il macchinista svolgeva da tempo un doppio lavoro.

LA CONVOCAZIONE
Di giorno facchino in una ditta vicino casa, dal pomeriggio in poi dipendente della più grande partecipata dei trasporti pubblici d'Italia. Col compito di guidare treni con centinaia di passeggeri, viene da chiedersi in quale condizione fisica (e di sicurezza per gli utenti), dopo le ore passate a spostare carichi tra Dragona e Casal Bernocchi.

Così potrebbero spiegarsi, forse, le richieste di turni serali che Tonelli avrebbe continuamente avanzato ai suoi responsabili. Per avere la mattina libera?
Ieri il macchinista, messo sotto procedimento disciplinare, si è presentato nel quartier generale dell'Atac in via Prenestina. Era stato convocato mercoledì, ma all'ultimo aveva dato forfait. Alla fine è stato ascoltato dall'azienda e, dopo il colloquio, la sua posizione anziché migliorare sembra essersi aggravata. Per il momento resta sospeso dal servizio e con la paga congelata, in attesa degli sviluppi che arriveranno dalla Procura che lo ha indagato per lesioni e per violazione delle norme sulla sicurezza. Alle accuse per l'incidente, ora l'azienda potrebbe aggiungere anche quelle sul doppio lavoro, che da regolamento dovrebbe essere approvato dalla direzione generale e che invece, in questo caso, non sarebbe neanche stato comunicato.

L'INCHIESTA
Un malcostume estremamente diffuso, va detto, nella municipalizzata dei trasporti romani, tanto che l'ex diggì Marco Rettighieri riservò all'argomento uno dei tanti esposti consegnati ai pm di Roma. La Procura ora, ha rivelato il Messaggero due giorni fa, ha aperto un fascicolo; il pm Nicola Maiorano, titolare di tutte le ultime inchieste che hanno travolto l'azienda comunale, ipotizza il reato di truffa. Di casi, sotto la lente dei pm, ce ne sono diversi. Autisti con la passione per il turno di notte, in modo da poter guidare i pullman turistici di giorno. Peccato che poi uno di questi, una mattina, forse colto dalla stanchezza, ebbe un incidente nei pressi di Napoli. E la storia uscì fuori.

Oppure meccanici così smaniosi di mettere le mani sui motori al punto da lavorare in officine private, oltre che in quelle dell'Atac, appena staccato dai turni della società del Campidoglio.
Anche i nuovi vertici della partecipata, nominati dal M5S, hanno iniziato a prendere le contromisure. Per questo, in sordina, sarebbero state avviate alcune indagini interne per capire quanti dipendenti arrotondino la busta paga con attività esterne mai dichiarate. Il sospetto è che in tanti svolgano il doppio impiego anche durante l'orario di servizio pagato dalla società comunale. Oppure senza affaticarsi troppo, addirittura durante i turni all'Atac. Il tempo di guida effettiva del macchinista indagato, per dire, non supererebbe le tre ore giornaliere. Questo almeno avrebbero svelato alcuni controlli interni. Insomma, la pausa snack mentre la passeggera veniva trascinata fino alla galleria, forse avrebbe potuto aspettare.

 

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