Roma, all'Umberto I finisce l'era del dg Alessio: arriva il commissario

Roma, all'Umberto I finisce l'era del dg Alessio: arriva il commissario
di Mauro Evangelisti
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Sabato 12 Agosto 2017, 07:59
«Ma è meglio uno del 1939 come me che lavora 15 ore al giorno di un rincoglionito di quarant'anni» scherza Domenico Alessio, che dal 29 agosto non sarà più il direttore generale del più grande ospedale di Roma e di uno dei più importanti d'Italia, il Policlinico Umberto I. Il governatore Zingaretti ha ufficializzato che, con la scadenza del suo contratto, inizierà una fase di commissariamento. «Posso dire di essere stato il più longevo degli ultimi direttori generali, l'unico che è arrivato a fine contratto», precisa Alessio, che sotto sotto un pensierino a continuare a guidare il Policlinico, proprio come commissario, lo sta facendo, «ma non sarò certo io ad auto candidarmi, ci mancherebbe».

L'ADDIO
Fatto sta che in Regione stanno cercando il manager a cui affidare in forma provvisoria l'ospedale che solo per il numero di dipendenti, 5.000, vale una cittadina grande come Trevignano Romano. Inizialmente si era pensato a Vincenzo Panella, attuale direttore del settore Sanità in Regione, ma non sembra una soluzione praticabile. «E difficilmente - prevede Alessio - nomineranno un nuovo direttore generale prima delle elezioni». Va sempre ricordato che il nuovo direttore generale andrà nominato dalla Regione d'intesa con l'Università La Sapienza.
TRANSIZIONE
Per questo è probabile che l'Umberto I debba vivere l'ennesimo periodo di transizione, dopo gli anni turbolenti dello scandalo delle gallerie ipogee e delle inchieste giudiziarie del decennio scorso. Si rischia di non fare partire gli appalti per la ristrutturazione del complesso che si estende su 300 mila metri quadrati per cui si prevede di spendere 240 milioni di euro, con cantieri che potrebbero andare avanti per almeno dieci anni. «Per quel che mi riguarda - precisa Alessio - tutto è pronto, la conferenza dei servizi si è conclusa positivamente, i progetti preliminari ci sono, quelli esecutivi li realizzerà chi vincere l'appalto. Perché le gare ancora non siano partite non dovete chiederlo a me». L'obiettivo è comunque realizzare i lavori di ristrutturazione di un complesso risalente all'inizio del Novecento, con tutti i vincoli del caso, andando avanti per scaglioni, da padiglione a padiglione, senza sospendere l'attività ospedaliera, una ipotesi che sarebbe insopportabile per Roma, visto che il Policlinico Umberto I assicura 1.200 posti letto e, solo in pronto soccorso, accoglie ogni anno 140.000 pazienti.
In questa fase di passaggio, ad Alessio imputano di avere lasciato l'azienda con un disavanzo troppo alto, tanto che anche questo risultato negativo sarebbe all'origine commissariamento. Su questo Alessio però si infuria: «Questa è una balla, una balla colossale. Il collegio sindacale ha dato il via libera al nostro bilancio. Ci eravamo impegnati con la Regione a limitare a 107 milioni di euro il disavanzo. Nel conto non possono essere messe voci che non dipendono dall'Umberto I: abbiamo preso l'Eastman con 18 milioni di disavanzo, c'è stato un aumento delle spese di pulizia che non dipende dal Policlinico. Queste voci, sommate, valgono 33 milioni di euro, dunque vanno sottratte al disavanzo di 140, per arrivare proprio ai 107 previsti».
Resta il nodo della scelta del commissario, che sarà in carica probabilmente fino all'inizio della primavera quando comincerà la nuova legislatura. Ad oggi prevale l'incertezza, tenendo conto che comunque anche il nome del commissario andrà concordato con il rettore della Sapienza. Sembra tramontata anche l'ipotesi di dirottare all'Umberto I Angelo Tanese, attuale direttore dell'Asl Roma 1.