Roma, prof arrestato per violenza sessuale, le accuse nelle chat dei ragazzi: «Il nostro liceo sotto choc»

Roma, prof arrestato per violenza sessuale, le accuse nelle chat dei ragazzi: «Il nostro liceo sotto choc»
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
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Mercoledì 17 Gennaio 2018, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 12:22
«Ma hai sentito cosa è successo?». «Non so cosa pensare e non so come dirlo a mio figlio». Di fronte alle vetrate dell'istituto Massimiliano Massimo all'Eur scuola paritaria e cattolica su quei vialetti ordinati, con le siepi tagliate a regola d'arte, s'insegue lo sgomento dei genitori di molti alunni e del Rettore, padre Giovanni La Manna, una volta appresa la notizia dell'arresto del professor Massimo De Angelis, docente di lettere alla scuola media, ex vicepreside, ora accusato di violenza sessuale nei confronti di una liceale di 15 anni. I cellulari sono infuocati e non solo quelli delle famiglie. Tra le chat dei ragazzi che frequentano il liceo dell'Eur iniziano a rincorrersi ipotesi e supposizioni. Molti genitori sono lì ad aspettare la fine delle lezioni pomeridiane di musica e ginnastica per portare a casa i figli che studiano ancora alle medie. «Non può averlo fatto, proprio lui, il professor De Angelis, che lavora qui da anni e ha sempre dimostrato la sua preparazione e integrità». Sguardi allibiti, mani che si stringono sul volto in un gesto che maldestramente prova a nascondere l'incredulità.

IL RETTORE
La stessa che attraversa senza dubbio il volto del Rettore dell'istituto gesuita, Padre La Manna. Nel suo ufficio al primo piano dell'edificio che ospita il Massimo dal 1960, il responsabile della scuola è in compagnia dell'avvocato Armando Montemarano, nominato come legale dall'istituto. Siede alla sua scrivania e ha lo sguardo piegato da chi ha fatto i conti con una notizia «incomprensibile». «La polizia è arrivata questa mattina (ieri ndr) a scuola ricorda il Rettore per comunicarmi l'arresto del docente, sicuramente posso già dire che l'istituto in un eventuale processo si costituirà parte civile». Ma com'era il professor De Angelis agli occhi del Rettore del Massimo? «Lo trovai qui quando arrivai a dirigere la scuola nel 2014 aggiunge ancora Padre La Manna erano 25 anni che insegnava da noi». Ora la preoccupazione è tutta riservata alla vittima, quella giovane studentessa che ha denunciato gli abusi sessuali. «La mia prima preoccupazione è per lei, ringrazio Dio prosegue il Rettore di non essere solo, confido nella magistratura e nel lavoro che porterà avanti per accertare le responsabilità in questa vicenda». Padre La Manna ricorda quel professore tra i 100 docenti del Massimo che ogni giorno entrano in classe per educare i 970 alunni complessivi: un uomo impegnato dietro la cattedra e dallo scorso anno anche nel corso di teatro e nella direzione del giornalino studentesco. «Nei mesi scorsi ha impartito delle lezioni di recupero a due ragazzi iscritti al liceo. Una di loro è proprio la quindicenne che ha denunciato le violenze sessuali. «Le famiglie volevano far colmare delle lacune in Italiano prosegue ancora il Rettore e De Angelis proprio perché insegnava alle medie non aveva evidenti conflitti di interesse perché di fatto non era il loro professore». Un'ora o poco più di lezione due o tre volte alla settimana tra le classi nell'atrio dell'Istituto. Proprio in quelle aule si sarebbero consumate le violenze. «Sono schermate da vetri opachi e trasparenti replica Padre La Manna così come in tutte le porte delle aule ci sono delle finestre per guardare cosa accade dentro». Celebre istituto romano dove in tanti da Mario Draghi a Francesco Rutelli hanno studiato in passato, si sente piegato da uno scandalo inatteso. Ieri sera la direzione ha inoltrato via e-mail una comunicazione ufficiale a tutte le famiglie per informarle di quanto accaduto.

I COLLEGHI
Non ha parole L., un'ex insegnate del Massimo, una delle colleghe con cui De Angelis condivideva la passione per il teatro. Recitavano insieme nella compagnia Uno alla volta, prima ancora nella Compagnia degli esclusi. «Non credo sia possibile una cosa del genere dice quasi perdendo i sensi nell'apprendere la notizia Ho insegnato alle elementari, a lui ho affidato le mie classe nel passaggio alle medie. Ma io gli avrei affidato anche i miei figli. Lo dico con forza, perché per quanto lo conosco io, Massimo non è quel mostro che appare adesso. Anzi. È sempre stato un punto di riferimento, una guida, per i colleghi e gli studenti, Spero che tutto questo sia frutto di un grande errore». Ricorda Mimmo Marini, ex collega di teatro: «Recitò con noi nella commedia napoletana per circa un anno, poi con altri se ne andò per fondare un'altra compagnia che fa le prove al Massimo. Certo, però, la notizia mi sconvolge. L'ho visto con la famiglia, era sempre molto affettuoso. Incredibile».
Intanto l'Ufficio scolastico regionale ha intenzione di chiedere una relazione alla scuola. «Io davvero resto basita confessa una mamma, Monica Menichelli, che ha due figli al Massimo di cui uno iscritto al secondo anno del liceo classico è sempre stato ammirato dagli studenti e rispettato da noi genitori per il lavoro che faceva in classe».
 
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