Roma, la preside del Virgilio, Carla Alfano: «Un manipolo di delinquenti, pronti a provvedimenti duri»

Roma, la preside del Virgilio, Carla Alfano: «Un manipolo di delinquenti, pronti a provvedimenti duri»
di Camilla Mozzetti
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Domenica 22 Ottobre 2017, 11:25 - Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 19:09
«Si sono fatti beffa di noi, dell'istituzione scuola, una violenza inaccettabile portata avanti da un manipolo di incoscienti o di delinquenti, quest'occupazione getta un'onta sul Virgilio». Non va per il sottile, la preside dello storico liceo di via Giulia, Carla Alfano. Ieri è tornata in possesso dell'edificio e adesso inizia, a suo dire, il lavoro più serio, più importante: «rieducare gli studenti».

Preside Alfano, la scuola è stata occupata domenica scorsa e già dalla prima sera si era capita la piega che stava prendendo la protesta. Nelle sue facoltà di dirigente c'è quella di chiedere lo sgombero, eppure ha reclamato l'intervento delle autorità soltanto dopo quattro giorni, perché?
«Ho provato a perseguire la linea del dialogo, credevo possibile che si sarebbe aperto un confronto, che invece mi è stato negato. Lo sgombero non è mai la via migliore».

Ora che il Virgilio è stato liberato cosa pensa di fare?
«Prenderò dei provvedimenti, non è stata un'occupazione come le altre, c'è stata una deriva totale, supportata da alcol e da droghe, nessuno li ha fermati. Neanche i genitori».

Ecco, a proposito dei genitori: lo sa che molte famiglie hanno incoraggiato i propri figli durante l'occupazione?
«La madre di una 14enne mi ha detto che l'occupazione è un rito di passaggio, ma chiedo: scandito dall'alcol e dalle droghe? Dai festini e dalla promiscuità? Dalle figlie che ballano sui tetti del Virgilio? Perché questo c'è stato dentro al liceo. In alcune famiglie dovrebbero andare gli assistenti sociali».

Addirittura?
«Guardi, questi ragazzi hanno corso dei rischi. Se qualcuno si fosse sentito male, se qualcuno, durante queste feste, fosse entrato in coma etilico o fosse caduto dal tetto, cosa avrebbero fatto o detto questi genitori? Le sedie distrutte si ricomprano e le classi sporche si lavano. Il problema qui è educativo, manca il rispetto dei valori, è assente la responsabilità».

Torniamo ai provvedimenti...
«Con l'occupazione si sono sottratti giorni all'anno scolastico ed è stato privato il diritto nonché l'obbligo allo studio per tantissimi studenti, le classi terze, quarte e quinte del liceo non andranno in gita. Non per rappresaglia ma per motivi di sicurezza. Avevo ideato un approfondimento didattico sulla Rivoluzione d'ottobre con un seguente viaggio a San Pietroburgo. Non si farà».

Qualcuno tra gli occupanti potrebbe dire: non ci è andata poi così male...
«Intendo andare a fondo, non sapendo con esattezza chi era dentro e con le famiglie accondiscendenti pronte a pagare stuoli di avvocati per difendere i figli, come accaduto in passato, richiederò una certificazione per sapere chi non è potuto entrare. Gli occupanti non potranno negare, è una questione di lealtà e io devo educare anche in questo. Il consiglio docenti deciderà poi altri provvedimenti. Escludo le sospensioni perché voglio lavorare sul ripristino del senso di responsabilità».
 
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