Troppo degrado e traffico al Divino Amore, il santuario si difende: varchi di accesso solo per i pellegrini

Troppo degrado e traffico al Divino Amore, il santuario si difende: varchi di accesso solo per i pellegrini
di Franca Giansoldati
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Giovedì 28 Settembre 2023, 16:36 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 18:20

C'erano auto che utilizzavano i varchi per accedere alla grande area del santuario solo come scorciatoia per saltare il traffico congestionato della Ardeatina, file di pullman che parcheggiavano turisti in transito per soste tecniche con pranzi al sacco, lasciando troppo spesso le aree circostanti piene di rifiuti e cartacce, senza nemmeno entrare in chiesa, si formavano persino capannelli per comprare la porchetta dai venditori ambulanti. E' stato piazzato persino una specie di mercatino ortofrutticolo.

 Il santuario dei romani lentamente stava oltrepassando il livello di guardia dell'atmosfera che solitamente si addice ad un luogo di culto e difficilmente sarebbe stata ancora tollerabile.

Il cardinale Enrico Feroci, già direttore della Caritas e ora a capo del santuario più caro ai romani dove 'si fanno i miracoli a tutte l'ore', erano anni che si lamentava per una atmosfera ben poco affine alla spiritualità rischiesta da un tempio. Del resto una cosa del genere non sarebbe stata possibile nemmeno a Lourdes o a Fatima, ripeteva.

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Alla fine ha deciso di utilizzare uno stratagemma di tipo tecnico, ponendo cartelli di proprietà privata ai varchi di accesso delle strade che attraversano la grande area di proprietà esclusiva del Divino Amore. Naturalmente il luogo di culto resterà sempre aperto ai visitatori, ai fedeli, ai gruppi di preghiera, ai pellegrini che potranno continuare a fare il pranzo al sacco nel parco, dopo un ritiro spirituale, una confessione o una messa.

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Alcuni sacerdoti raccontano che le auto e i pullman che usavano quotidianamente le scorciatoie spesso attraversavano il percorso a velocità sostenuta rischiavano di mettere a rischio l'incolumità dei fedeli, spesso anziani.

Il cartello di proprietà privata che campeggia bene in vista ai varchi di ingresso ha subito causato qualche malumore ma il cardinale Feroci ha smorzato ogni polemica ripetendo che chiunque voglia arrivare per le messe, le confessioni, i ritiri spirituali è bene accetto. 

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La storia del santuario inizia nel 1740 quando un uomo passando per la zona di Castel di Leva si vide attorniato da un folto numero di cani rabbiosi che stavano per azzannarlo. Non c'era nessuno che potesse salvarlo, nè sentirlo, solo un'immagine su una torre diroccata, quella della Madonna del Divino Amore. Al grido dell’uomo: “Madonna mia, grazia!”, i cani scomparvero da ogni parte e l'uomo riprese il proprio cammino verso Roma. Il miracolo fu raccontato e presto si diffuse la notizia del prodigio, avvenuto sulle mura che cingevano, in passato, un castello.

L'immagine mostra la Vergine con in braccio il bambino, cui sopra scende la colomba dello Spirito santo del Divino Amore. Da quel giorno, il santuario romano, è divenuto meta di tanti pellegrini e  devoti, che bussano per ottenere le grazie più diverse. Guarigioni, riconciliazioni, lavoro, affetti. I romani sono affezionati in modo particolare a quella effige perchè durante la Seconda Guerra Mondiale, Pio XII decise di consacrare la città di Roma alla Madonna del Divino Amore. In quel periodo, l'icona, per evitare che subisse dei danni da eventuali bombardamenti, fu portata  nella chiesa di Sant'Ignazio di Loyola, nel cuore di Roma.

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