“La rincorsa” trasforma il Teatro Arciliuto di Roma in una “War Room”

Alessandro Tommasi, alla guida del media-partito Nos, dialoga con il professor Luigi di Gregorio

“La rincorsa” trasforma il Teatro Arciliuto di Roma in una “War Room”
2 Minuti di Lettura
Sabato 20 Aprile 2024, 11:45
«La rincorsa, iniziata ormai dieci anni fa, è infinita: non termina mai. Non ha conclusioni. Mi porta alla ricerca di un costante nuovo inizio. Una molla che viene compressa e caricata ancora una volta, per ripartire dopo ogni caduta, più sicuro di farcela mentre l’ostacolo si avvicina». È questo l’incipit del romanzo “La rincorsa”, scritto da Alessandro Tommasi: già fondatore di Will Media, ora alla guida del media-partito Nos. Nel libro, che incrocia biografia e fiction, il protagonista racconta le tappe delle complessità che portano a un successo: inciampi e risalite, fortune e dolori. Un viaggio verso un domani ancora non scritto che ieri sera, al teatro Arciliuto, nel cuore di Roma, è stato raccontato in una presentazione congiunta al professor Luigi Di Gregorio, autore di “War Room”. Convinto che sia essenziale studiare la politica e contemporaneamente immergersi nelle sue dinamiche interne per comprenderla appieno, il saggio fonde ricerche accademiche in comunicazione politica, marketing politico, scienza politica, sociologia, psicologia cognitiva neuroscienze con aneddoti e case studies concreti. L’obiettivo di De Gregorio è duplice: evidenziare come la conoscenza accademica e l’esperienza sul campo siano utili sia a chi studia, sia a chi pratica la politica e sottolineare come le evoluzioni recenti spingano verso un approccio più “scientifico” e meno “artistico” della comunicazione politica. «La politica per catturare la nostra attenzione spara alto, delude e triturando le aspettative fa ripartire la ruota: un loop da campagna elettorale eterna.
In Italia la politica è legata al fiuto, all’istinto. Non prevale la scienza. E chi arriva al potere prima o poi si brucia, peccando di hybris», è questo il perno della discussione che ha coinvolto i partecipanti dando vita a un acceso dibattito. «L’antidoto di Nos è la misurazione della politica. Non è accettabile che i politici non rendano conto in maniera chiara e inequivocabile il proprio operato. In un mondo che è super polarizzato come quello dei social, stiamo provando a sviluppare un paradigma diverso. Il nostro modello in un certo senso sta facendo da cavia per comprendere se è possibile trasformare followers attivi e consapevoli in elettori che si recano effettivamente alle urne. Le prossime elezioni europee emetteranno il verdetto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA