Nemi, la Dea Diana regala altri tesori nascosti nel lago

Scavi al sito archeologico
di Chiara Rai
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Venerdì 9 Dicembre 2016, 20:37 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 12:30

Vasi antichi, un elmo, oggetti simbolici che richiamano al culto alla Dea Diana: il lago di Nemi nasconde ancora tanti “tesori archeologici” sommersi che presto verranno riportati alla luce ed andranno a fare compagnia alle altre ricchezze già recuperate. A confermarlo è Giuseppina Ghini funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio: “Prossimamente – dice - verranno effettuate delle prospezioni nel lago sulla riva settentrionale per recuperare oggetti scivolati dal santuario di Diana Nemorense.
 

 

Un’operazione che richiede tempo e denaro ma che allo stesso tempo arricchisce uno dei luoghi di culto dei Latini più affascinanti d’Italia i cui scavi della Soprintendenza iniziarono nel lontano 1989.  Il tempio era infatti uno dei più importanti centri religiosi e politici della Lega latina.

Messa in sicurezza Nel frattempo la Soprintendenza, in accordo con Parco e Forestale, ha rimosso le alberature pericolanti nell'area del basamento del sito archeologico che ha rischiato di essere gravemente danneggiato a causa del maltempo. I prossimi lavori saranno di rimozione e sostituzione della tettoia danneggiata. Proprio questa tettoia è stata un salvavita, perché ha permesso che non venisse danneggiata l’area archeologica.

Il culto alla dea La rimessa in sicurezza del sito, ora interdetto a causa dei lavori, è attesa da molti a Nemi , anche e soprattutto da un gruppo di neopagani che fino a che l’area non venisse danneggiata, circa un anno fa, hanno portato doni alla Dea Diana dei sacri boschi e adornato una sorta di altare in occasione del rito alla dea. L’origine del culto di Diana, infatti, si rintraccia proprio a Nemi. E proprio la venerazione alla dea è la più diffusa dal neopaganesimo descritto in Aradia, o il Vangelo delle Streghe, dove il culto delle streghe si concentra sulla figura della Dea Diana e del suo figlio, fratello e consorte Lucifero o Dianus, figura che non ha nulla in comune con quella di Satana, ma descritto come Divinità Solare.

Il monito della Soprintendenza “La condotta di queste persone -  sostiene Ghini – è stata molteplici volte segnalata negli anni alle autorità competenti per uso improprio di un bene archeologico della Soprintendenza. Mi auguro che non si avvicinino all’area ora che il sito deve essere messo in sicurezza perché è molto pericoloso”. Ghini ha raccontato che all’ingresso del sito c’è un cancello carrabile e uno pedonale e spesso vandali e ignoti hanno rotto il lucchetto pur di entrare.

Il fenomeno Diana divenne la protettrice degli oppressi e dei deboli, adorata dai pagani e, nella sua manifestazione lunare, figura cardine del fenomeno della stregoneria prese piede nella campagne italiane e che fu vivo e fervente fino al XIX secolo

La leggenda Si narra che nel bosco del tempio crescesse un albero di cui era proibito spezzare i rami; solo ad uno schiavo fuggito era concesso di cogliere una delle sue fronde, la stessa fronda che Enea raccolse per affrontare il viaggio nel mondo dei morti; se riusciva nell’impresa, acquisiva il diritto di battersi con il sacerdote custode e se lo uccideva, diventava di diritto il Rex Nemorensis.
La leggenda si tradusse in norma, tanto che in età romana, sino almeno all’età degli Antonini, era ancora prescritto che la successione al sacerdozio del santuario venisse conferita al vincitore di un duello. Saranno anche storie d'altri tempi ma hanno ancora un gran fascino. 

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