«C’era uno scenario apocalittico ma con tanta pazienza siamo riusciti in questa nostra missione». Se le spiagge a Ladispoli sono tornate fruibili, già nel giorno di Ferragosto, il merito è tutto del surfista Roberto D’Amico e dei suoi fidati scudieri. Con loro anche i volontari della protezione civile Dolphin e di tanti cittadini che non si sono girati dell’altra parte ma hanno dato il loro aiuto. C’era di tutto dopo i falò specie nell’area di Palo Laziale, uno dei luoghi più suggestivi della costa dove la sabbia confina con la macchia mediterranea. Braci ardenti, frammenti delle bottiglie di vetro, chiodi, schegge di legno, plastica. Tutto abbandonato e potenzialmente pericoloso per chiunque, a maggior ragione per i bambini. D’Amico è uno dei simboli sportivi del territorio e dell’Italia e ora un punto di riferimento per chi ha a cuore le sorti dell’ambiente. Sulla cresta dell’onda per fronteggiare il degrado e l’inciviltà.
«Non potevo credere ai miei occhi – ammette il surfista 30enne – quelle immagini mi avevano fatto male al cuore.
«Ho messo a disposizione uno stand – prosegue l’asso della tavola – guanti e buste per tutti fino alle 18. Non sapevamo da dove partire. C’era davvero una marea di rifiuti, tende in ottime condizioni, vino, birre mai aperte e abbandonate. Dei ragazzi erano ancora lì dalla sera prima e si sono rifiutati di aiutarci. Altri invece sono tornati nel pomeriggio, rendendosi conto di quanto fosse grave la situazione. Ladispoli è una città di mare, viviamo di mare, è il nostro indotto di turismo e salute». Uno sfogo a tutti gli effetti quello di Roberto. «Per la prima volta mi sono venuti gli occhi lucidi, una nuova generazione che vive con la faccia sullo schermo, bombardata di informazioni, ma non ha capito che è per il loro futuro. Siamo cresciuti facendo falò in spiaggia, è bellissimo, basta semplicemente riportare via la propria spazzatura».
Nel pomeriggio fortunatamente la situazione è tornata alla normalità. I vacanzieri hanno ripreso possesso del loro sito preferito a pochi metri dal bunker e dalla stradina che conduce al Castello e a Marina San Nicola. Nessun riconoscimento però dalle istituzioni locali, nemmeno una pacca sulla spalla da parte del comune. «Nessuno ci ha ringraziato – dice un po' amareggiato Roberto D’Amico – mi sarei aspettato almeno una riconoscenza per tutte queste persone, anche bambini, che hanno sacrificato il loro tempo per sistemare tutto. Anzi, ho notato alcuni membri di alcune associazioni venire qui con la maglietta e scattarsi un selfie celebrativo».
Dalla pulizia allo sport. Roberto non ha bisogno di presentazioni, ha un curriculum importante nel surf, è intimo amico della leggenda Leonardo Fioravanti che parteciperà alla seconda Olimpiade a Parigi 2024. A poco a poco sta dedicando sempre più il suo tempo alle iniziative legate alla salvaguardia ambientale, non solo a Ladispoli ma in giro per il mondo. «Con il passare del tempo – conclude - sto lasciando le gare: dobbiamo lottare per il nostro mare. Ho fondato anni fa un’associazione dal nome “Robycleanup” sfruttando la credibilità da sportivo e portandomi dietro persone che mi danno sempre una grossa mano».