«Arriviamo da Taranto, volevamo esserci, qui a Roma, per Cesare. Finalmente! dopo le chiusure del Covid volevamo vederlo qui. Un viaggio di rinascita con la sua musica». Gli occhi che sorridono, fascette in testa, zainetti sulle spalle, capelli raccolti, Francesca e Camilla, pugliesi, sono felici. «Diamo a Cesare quel che è di Cesare, dai. Anche se è venuto a Bari volevamo venire a Roma, nella Capitale, all'Olimpico. Che spettacolo, ce lo dobbiamo dopo tante chiusure e tristezze». La carica dei 57mila è incandescente, accende l'Olimpico. Tutti per Cesare. Palloncini gialli distribuiti con cui creano coreografie. Si assiepano sotto al palco, sul prato. Spalti gremiti.
Tutte le età.
E poi prende il cellulare e chiama un amico...«Ao, mi stanno intervistando, mitico». Birre alla mano, cappellini, magliette con il loro divo, selfue di gruppo, un ragazzo fa la dichiarazione ad una ragazza: «Ho aspettato di venire qui per chiedertelo...». E la bacia. E le infila la fascetta in testa con scritto "Cremonini". Lei, sorride. La meglio gioventù canta "Ragazza del futuro" e "Padre Madre". Attesa febbricitante.