L'era Falconi nel X Municipio si apre all'insegna delle querele, delle dimissioni e, soprattutto, delle liti interne di partito. I consiglieri dissidenti ancora in protesta non si sono presentati in aula ma hanno preferito recarsi al Nazareno a creare un presidio permanente per essere ascoltati dal segretario nazionale del partito Enrico Letta. Con tre membri in meno, la fiducia passa comunque in aula per un voto: solo alla fine il presidente ha così potuto tirare un sospiro di sollievo. Niente dietrofront, almeno per ora, sui nomi della giunta che viene annunciata solo in parte: cinque nomi su sei, manca ancora da ufficializzare quello in quota Verdi.
Tra gli altri, spiccano quelli contestati dai giovani dem: Giuseppe Sesa, il ragioniere scelto per amministrare il Bilancio e le politiche abitative e Antonio Caliendo, chiamato a gestire le deleghe di commercio e turismo: entrambi hanno svolto un ruolo chiave nell'amministrazione di Andrea Tassone, l'ex presidente dem fu arrestato e poi condannato nel 2018 per corruzione nell'ambito dell'inchiesta «Mondo di mezzo». «Certi giovani non li perdono».
A loro si è aggiunta la protesta del consigliere di Marco Possanzini di Sinistra Civica Ecologica. Un discorso a braccio e ad ampio raggio, quello di Falconi che non si dilunga per permettere a un consigliere di recarsi dal medico. Dal degrado della piazza, notato già in campagna elettorale, alle spiagge: «Su quelle libere - ha affermato - è impensabile che a settembre non ci siano i bagnini», dice da abituale frequentatore dello stabilimento Il Gabbiamo di Ostia. A tratti provato dalle proteste: «mi è passata la voglia di festeggiare», a tratti confuso da dimenticarsi i nomi, Falconi annuncia un'amministrazione porta a porta per aiutare chi è in difficoltà a cui chiedere: «Che te serve?».
DELEGATI SOTTO TIRO
La legislatura sarà un test per tutti, soprattutto per gli assessori: «Verificherò il loro lavoro - afferma Falconi - e se in tre mesi non hanno fatto nulla, vanno a casa. Così sarà anche per me». I delegati, dunque, sotto tiro e il loro lavoro giudicato direttamente dal presidente del X Municipio. «Mi rivolgo all'opposizione - prosegue Falconi - se non rispettiamo progetti e obiettivi che ci siamo dati, e se non li raggiungiamo andiamo a casa: nessuno ha detto che dobbiamo proseguire per cinque anni». «Abbiamo assistito ad una seduta di Consiglio paradossale, con il presidente Falconi più impegnato a fare analisi di scenario che non a delineare come e quando risolverà le emergenze del territorio - attacca Monica Picca, consigliera Lega X Municipio - ma soprattutto non si è capito con quali numeri penserà di amministrare il municipio. Di fatto, questa giunta nasce sotto i peggiori auspici: sotto ricatto e con numeri strettissimi». «Una rete a strascico di liste raffazzonata, con visioni diverse, avrebbe creato problemi e qui è addirittura è esplosa la maggioranza tra le varie correnti Pd», aggiunga Andrea Bozzi della lista Calenda. Poi, il voto di fiducia alle linee programmatiche: 13 a 12 per la maggioranza. Prova superata. Almeno questa volta.