LA CAPPELLA
Anche l'interno non è eccezionale: una navata unica, con un quadro sull'altare maggiore, sempre di Rainaldi, che è solo una copia (peraltro di Vincenzo Cammuccini) della famosa Comunione di San Girolamo di Domenico Sampieri, detto il Domenichino, conservata ai Musei Vaticani. Ma a sinistra dell'ingresso, ecco l'arco a tutto sesto della Cappella Spada, realizzata nel 1654 Francesco Borromini e Virgilio Spada. Questi era il fratello di un cardinale, Bernardino; anche un collezionista di cose antiche, che per testamento lascia alla Biblioteca Valliceliana: infatti era un fedele di Filippo Neri, un oratoriano. E pure un architetto, quantunque dilettante. Per questo, forse, la cappella, più che sua, è di Borromini, che ne realizza anche due disegni: tra le sue opere estreme. E' quadrangolare; rivestita fino alla cornice con festoni di marmi, a fasce verticali, dai colori alternati: giallo antico, e onice scuro. Al centro, una Madonna con il Bambino: dipinto del Quattrocento di cui non si conosce nemmeno l'autore, però di ambito senese.
LA TROVATA
La cappella è separata dalla chiesa con una balaustra in marmo; per essere esatti, diaspro giallo: è un drappo, che due angeli inginocchiati sorreggono, realizzati da Antonio Giorgietti, uno scultore. Sue, ad esempio, a Palazzo dei Conservatori, le porte decorate a bassorilievo nella Sala degli Orazi e dei Curiazi; aveva studiato con Alessandro Algardi. Questa è, però, la sua prima opera documentata. Degli angeli ci sono anche tre bozzetti: uno a Palazzo Venezia, un altro è a Berlino, è un terzo e comparso sul mercato. S'ispirano a un'opera algardiana, l'Estasi di san Filippo Neri, per la sacrestia a Santa Maria in Vallicella. Le ali degli angeli sono in legno; e quelle dell'angelo di destra ruotano su cardini, per permettere l'accesso alla cappella. L'effetto è estramamente scenografico.; l'interno incanta gli amanti dei mosaici; il diaspro venato evoca un panno in damasco ricamato a fiori, foglie di acanto, lillà e stelle e spade, emblemi dell'omonima famiglia. Alle pareti, le tombe di Tommaso e Orazio Spada, con le loro figure che giacciono, come su divani in marmo nero e giallo.
GLI SPADA
Pregevole anche, nella chiesa, la cappella Antamoro, sulla sinistra dell'altare maggiore: è l'unica opera romana di un architetto, Filippo Juvarra, che ha lasciato il meglio a Torino (anche la Basilica di Superga, e la palazzina di Stupinigi), in Portogallo, a Madrid. C'è poi da dire della famiglia committente: gli Spada che s'impongono sulla scena romana. A Bernardino, nunzio e porporato, si deve la bella collezione che è oggi la Galleria omonima; il suo palazzo era l'attuale sede del Consiglio di Stato, già di un altro cardinale, Girolamo Capodiferro de' Recanati. Lo eternano numerosi pittori, tra cui Guido Reni (il quadro è ora alla Galleria Borghese) e Guercino; vincola la sua raccolta già nel 1662, e per questo, nulla è stato venduto. Virgilio è anche sovrintendente dei lavori a San Pietro, e compera la villa con il cognome di famiglia sul Gianicolo: è l'ultimo luogo di resistenza di Garibaldi nel 1849. Ma la cappella non ha emuli, né in città, né altrove.