Quei fontanoni dalla Grande bellezza

Quei fontanoni dalla Grande bellezza
di Fabio Isman
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Domenica 30 Luglio 2017, 10:32
Il Fontanone del Gianicolo, reso famoso anche presso i meno attenti dal film La grande bellezza, vincitore del Premio Oscar, e quello che gli sta poco sotto, in piazza Trilussa, centro ormai consacrato della «movida» romana, hanno tutti due storie abbastanza curiose da raccontare. Il primo è la «mostra», cioè il segnacolo trionfale e commemorativo, d'un acquedotto, quello che Paolo V Borghese edifica a metà del Seicento, ripristinandone uno antico, due volte tagliato, dai Goti e dai Longobardi, e da tempo non più in uso.

Il papa restituisce così l'acqua al rione di Trastevere, che, fino al XVII secolo, doveva accontentarsi di quella del Tevere, e migliora sensibilmente l'approvvigionamento del Vaticano: infatti, una condotta lo alimenta. Quella di piazza Trilussa, invece, è vittima dei «muraglioni» sul fiume. Era a via Giulia: fu sacrificata per edificarli e, come vedremo, ricostruita, ma soltanto in parte, e sulla riva opposta.

LA CASCATA
Il progetto del Fontanone del Gianicolo si deve a Giovanni Fontana e Flaminio Ponzio; è del 1608, e richiede quattro anni di lavoro. Ma il monumento, una volta, non era così. Costa diecimila scudi; i cinque nicchioni esistevano, e delle sei colonne ioniche, quattro provengono dall'antica facciata di San Pietro. I marmi, dal Foro di Nerva. Però, fino al 1690, mancava il grande vascone. Al suo posto, ce n'erano cinque, più piccoli. Anche l'antistante piazzale non era ancora edificato: il luogo era sull'orlo del colle, e originava quasi una cascatella. Prima, interviene Alessandro VIII Ottoboni papa per due anni dal 1689, veneto, corrotto e scialacquatore; una pasquinata diceva così: «Allegrezza! Per un papa cattivo, abbiamo Otto boni».

Quindi, a fine del secolo, Innocenzo XII Pignatelli recinge il fontanone con una cancellata, per evitare che i carrettieri vi abbeverassero i cavalli. Draghi e aquile, lo stemma di Paolo V, si vedono anche sulle colonnine che oggi circondano la vasca. Ma la lapide che la sovrasta contiene un errore madornale: dice che papa Paolo ha ripristinato le condotte dell'Acqua Alsietina, opera di Augusto nel 2 a.C., proveniente dal lago di Martignano; invece si tratta di quello Traiano, d'un secolo dopo, che derivava da quello di Bracciano. Come tutte le fontane di Roma, è dotata di un circuito chiuso: cioè, recupera l'acqua che emette; in questi tempi di siccità, è bene ricordarlo. Un tempo, l'acqua alimentava anche un mulino e una cartiera; nel giorno dell'inaugurazione, la pressione era troppa: tracimò, causando una piccola alluvione a Trastevere. Paolo V Borghese commissiona anche la fonte in Piazza Trilussa. Ne è architetto ancora Giovanni Fontana, divenuto poi frate domenicano e fratello del più famoso Domenico, il quale tra l'altro innalza l'obelisco in piazza San Pietro.

IL TRASLOCO
Lavora con Jan Van Santen, detto Giovanni Vasanzio; e il monumento era dall'altra parte del fiume, in via Giulia, addossato all'edificio detto «dei Centopreti», e affiancato da due splendidi portali. (Dopo la ricostruzione dovuta ai «muraglioni», e l'arrivo dei «piemontesi», l'altra facciata mostra uno dei rari portici, che furono allora costruiti; salvo ad accorgersi poi che a Roma erano assai meno utili che a Torino, e dispendiosi: si sono innalzati sulla riva opposta, a Piazza Vittorio e assai poco altro). Ma tutto è distrutto quando i Tevere è irreggimentato dagli argini, alti quasi venti metri. E nel 1898, si stabilisce di ricostruire la fontana sull'altra sponda. Peccato che, nei lavori di smontaggio svariati pezzi si rompano; e altri sono dispersi nei magazzini comunali. Così, si può riutilizzare appena poco più di metà dei marmi originali. Dunque, rispetto a come era, la costruzione è «monca». Ma resta tuttavia bellissima: in travertino; con le basi delle due colonne decorate, anche qui, dai draghi dei Borghese. Il monumento che dà il nome al sito, è accanto: dedicato al poeta Carlo Alberto Salustri, appunto Trilussa; ma forse, il trasloco ha un po' svilito questo fontanone.

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