Una biblioteca per quelle vite che tremano

di Maria Lombardi
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Venerdì 14 Aprile 2017, 00:03
ad amatrice aperto un cinema.
la ricostruzione parte anche
dai luoghi di cultura e aggregazione

@danielecine


Erano le 3,36. Le 3,36 rimasero per sempre». L’orologio di Giulio sul tavolo della cucina, Amatrice non era il suo paese. Era andato lì con Maurizio, per conoscere la famiglia del suo compagno. Andrea, sei anni, aveva un orso di stoffa, li hanno trovati vicini. I vigili del fuoco regalano quell’orsetto giallo a una bambina che gioca davanti alla tenda, non ha più bambole. «Come si chiama?», chiede la piccola. «Andrea». Tom cerca il suo padrone e non lo trova, scavalca un mucchio di macerie e se ne trova un altro davanti. Finalmente lo vede, due uomini lo stanno portando via in barella, li segue. Un signore anziano sepolto insieme ai suoi libri, tanti tantissimi, e tutti quei volumi raccontano di lui. «Quando si sopravvive a un terremoto si diventa un dimenticato. Non distrugge solo le cose, spazza via la vita con un soffio. Con il tempo ho capito che quelle macerie siamo noi sopravvissuti. I dimenticati». Non c’è il tempo per abbracciarsi l’ultima volta, per dirsi l’ultima cosa. «Tante persone intorno: non sono più madri, padri, figli, insegnanti alunni, contadini». Ci sono le case da ricostruire, anche le persone. “Vite che tremano”: il titolo di una raccolta di racconti sulle macerie e su quello che lasciano dentro (edizioni Volturnia), presentato l’altro giorno a Roma dal Circolo insieme per la cultura. Tutti i soldi ricavati dalla vendita del libro firmato da 24 autori verranno donati per la ricostruzione della biblioteca del liceo di Amatrice. Il cinema è appena tornato, si ricomincia piano piano. Non saranno per sempre le 3,36.

 
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