Quella ramanzina per i genitori sugli spalti

di Raffaella Troili
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Febbraio 2017, 00:21
Vedere come i genitori vogliono 
picchiare l’arbitro in una partita
di calcio tra bambini di 6 anni 
è bellissimo #vivailcalcio #fairplay

@Darioddj90

Metti un sabato mattina a Tor Sapienza. Sveglia all’alba, vento gelido, spalti all’ombra, torcicollo, pioggia in arrivo. E la prospettiva di dover assistere in silenzio (qualcuno in adorazione) almeno per tre ore, all’allenamento e anche a un triangolare Fair play under 12 tra ragazzini con i primi brufoli. Un bel signore distinto e con la divisa della Federazione italiana gioco calcio si avvicina a bordo campo, guarda in su e tiè, parte la ramanzina. A chi tocca, tocca. Anche se il tifo sfrenato non è nel nostro dna, anche se ancora chiamiamo tutti i bambini indistintamente Chicco e quando ne cade uno ogni volta è un colpo al cuore. Ma lui che ne sa, e giustamente le canta a tutti. Parte a macchinetta e un po’ d’imbarazzo riesce a suscitarlo: «Non voglio sentire assolutissimamente dalla tribuna frasi che non c’entrano niente con il divertimento dei vostri figli e con il gioco, ci chiamiamo ancora Federazione italiana gioco calcio ma purtroppo avvengono cose che non c’entrano nulla con il calcio. In qualsiasi momento dovessi sentire cose che non c’entrano niente sospendo la gara, si fanno dei referti e si prendono provvedimenti, come inibire la società nel proseguo dell’attività». E poi: «Serve il vostro aiuto, siete un anello importante del carrozzone, godetevi una mattinata di divertimento». Ci sta tutta, speriamo sappia che nuove leve di genitori hooligans crescono tra i pulcini, se la prendono con l’arbitro, si sostituiscono al mister perché «la squadra non è equilibrata», si appiccicano con le mamme più miti. Si gonfiano come Hulk, in chat pontificano, chissà che imbarazzo provano i figli: altro che fair play, ci vorrebbe un daspo. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA