Correndo con Miguel c’è ancora da imparare

Correndo con Miguel c’è ancora da imparare
di Maria Lombardi
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Venerdì 19 Gennaio 2018, 00:05
la corsa di miguel 
in nome dello sport 
e delle lotte alle diseguaglianze

@girocit

Miguel torna anche quest’anno sulle strade di Roma per ricordarci qualche cosina che tanto scontata non è più. Si corre insieme, ognuno al suo passo, non servono tutte e due gambe. La numero uno è Sara, una bimba in carrozzina. Si corre attraversando i muri, quelli nella testa, chi pensa non sia un insulto parlare ancora di razze e colori se ne stia a casa, qui troverà solo chi gli è contro. Si corre (i 10 chilometri o i 3 della Strantirazzismo) anche per gli altri, questa è una storia che ne raccoglie tante, e c’è la fatica da dedicare ai bambini di strada o a chi ha visto la sua casa sbriciolarsi, arriveranno anche i podisti di Norcia e Camerino.

Tante cose ha da ancora dirci Miguel Benancio Sanchez, in questi tempi che rispolverano parole pesanti, dimenticando tutto quello che sono costate. Lui correva, scriveva poesie, aveva 25 anni. Era appena tornato dalla maratona di San Paolo, nella notte tra l’8 e il 9 gennaio del 1978 una squadra di militari lo portò via dalla sua casa di Buenos Aires. Non è più tornato. Ma domenica 21 Miguel torna a Roma, dove la corsa è nata, come ogni anno dal Duemila. Questa volta l’accompagna anche il libro di Sergio Pretto che ripercorre i chilometri del maratoneta desaparesido, “Sulle strade di Miguel”, appena uscito con CartaCanta editore. Di strade in mente ne aveva ancora tante, voleva vincere come tutti quelli che corrono. Chi lo fa in suo nome pensa sì al traguardo dell’Olimpico, ma si guarda anche intorno, perché nessuno resti indietro e solo.
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