Fagottari al parco, la maledizione dei picnic

di Maria Lombardi
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Venerdì 28 Aprile 2017, 00:05
Una suggestiva domenica a villa Ada in mezzo ai rifiuti!!!!
@ma-che-davero

Il pallone, la bici, il cane, i bambini, la merendina: dal lunedì al venerdì è così. Poi arrivano i giorni dei fagottari e con loro intere dispense. Quindi: la pizza al taglio, i supplì, il pollo arrosto, le patatine fritte, la coca cola, l’acqua, il vino, i bicchieri di plastica, le posate, i teli, la crostata, la birra. La macchina a tre chilometri, non c’era di meglio. Ma un’idea meno affollata? Entrare nel parco è come salire in metro alle 8. Cosa resterà di Villa Ada dopo questo pic-nic selvaggio e mille altri? Che ne sarà dei prati imbanditi? Cosa lascerà questa grande abbuffata sotto i pini? Lì per lì, stress. Sognavate qualche ora di relax. L’avete sognato in troppi. Stretti stretti, si saltella tra frittate e popcorn. Il pallone fermo, i campi con la porta immaginaria dove è sempre gol spariti sotto le bottiglie. Il cane non può correre, travolgerebbe le lasagne del vicino, nemmeno la bici. Tramonto sul banchetto di massa, ed ecco cosa resta. Avanzi di varia natura, così tanti da bastare per i prossimi 7 picnic. I fagottari vanno via con le borse frigo vuote, gli avanzi riposano sull’erba. I prati sono un immenso buffet di scarti, i cestini esplodono di plastica, ce ne vorrebbero cento volte tanti. Il lunedì mattina la villa non ha ancora digerito tutte quelle cartacce. Riusciranno mai gli ostinati-appassionati dei déjeuner sur l’herbe della domenica a sparecchiare i prati e andate via carichi come sono arrivati, ma dei loro rifiuti? In questa e nelle altre ville. Gli scoiattoli non sono i vostri camerieri e non prendono mance per pulire i parchi. 

maria.lombardi@ilmessaggero.it
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