Solo il governatorato può salvare Roma

di Mario Ajello
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Domenica 10 Settembre 2017, 00:16
«Quando il Comune 
di Roma fu sostituito
da un Governatorato».

@AlfonsoPascale

Il fascismo è stato il fascismo. Un regime dittatoriale su cui il giudizio storico-politico non può che essere quello che è: severissimo. Ma anche regimi come quello potevano avere qualche buona idea. Uno dei primi progetti di Mussolini, appena arrivato al governo, fu quello di rafforzare Roma, sia pure in una logica imperiale che si sarebbe rivelata sbagliatissima e oggi naturalmente fuori tempo e inservibile. Ma quella idea di Roma come una sorta di città-stato, con poteri particolari e con un rapporto strettissimo con il governo centrale, più stretto rispetto a quello di qualsiasi altra città italiana, potrebbe contenere una sua utilità di fronte alla grave situazione che oggi sta attraversando la capitale e in cui rischia di sprofondare senza speranza. Tanto tempo dopo il fascismo, un anti-fascista doc, il geniale Alberto Ronchey, che è stato anche ministro, ha proposto: «Scandalizzerò molti, ma per Roma ci vorrebbe un Governatore per dieci anni. Ci vuole un personaggio come Jacques Chirac a Parigi. Un governatore capace di fare politiche d’emergenza». Che poi sia un Governatorato o no, chiamiamolo come ci pare, l’importante è che l’idea di una Roma più forte e con un potere adeguato al suo ruolo - come quello che hanno Berlino, Londra, Parigi - si concretizzi finalmente in qualche modo. Già dai tempi di Francesco Crispi, che aveva l’idea di uno Stato forte con una Capitale forte, la questione era sul piatto. E sarebbe ora di dire a noi stessi: daje!

mario.ajello@ilmessaggero.it
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