«Io, senza gambe, ho soccorso un uomo»

di Maria Lombardi
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Venerdì 24 Marzo 2017, 00:24
Ero in una sedia a rotelle a Roma: non si può spostare, entrare in un albero, negozio e ristorante
@TananbaumMinnie

I limiti sono quelli che ci diamo noi. Se l’ho fatto io….». Lauretta non corre e nemmeno cammina, ha sempre sorriso della sua vita senza gambe e va, comunque va, più veloce dei pensieri. Come l’altra mattina, a Porta Furba. Passando in macchina vede un uomo a terra, quasi in mezzo alla strada. «Fermati». L’amico che l’accompagna accosta poco convinto, «Laura, dove vai? Che vuoi fare?». Lei nemmeno risponde e va, con la sedia a rotelle. Altre due signore sono già vicine a quel tipo, ha un ago cannula al braccio, forse è fuggito da un ospedale e si è fatto male cadendo, c’è del sangue sull’asfalto. Le signore spaventate non sanno che fare. «Sono una volontaria del soccorso», Laura mostra il tesserino della Croce Rossa. Mentre qualcuno chiama l’ambulanza, lei si china, in bilico sulla sedia, per controllare i battiti e le pupille, gli tiene la mano. È ferito al sopracciglio, da lì perde sangue. «Aiutatemi a metterlo di fianco», arrivano dei guanti, Laura li indossa e tampona la ferita. Riesce a rianimarlo, resta a stringergli la mano finché la barella non lo porta via. «Poi ho pianto». La ringraziano, «lei è straordinaria». Laura Piarulli scuote la testa, «ma che ho fatto?…». Lei che in carrozzina faceva la volontaria in ospedale, su e giù in corsia a consolare i malati come se non lo fosse anche lei, che da sola prende autobus e treni, che non si ferma se l’ascensore della stazione Ostiense è rotto, se al mercato gli ombrelloni le bloccano il passaggio, se il marciapiede è alto e non ci sono varchi. Gli ostacoli più grandi, dice, sono quelli che non vedi: qui, nella testa.

maria.lombardi@ilmessaggero.it
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