Roma d’agosto: il deserto ha le ore contate

di Raffaella Troili
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Domenica 20 Agosto 2017, 00:01
Quanto sei bella Roma 
quando è agosto e in giro
ci stiamo io, due vecchiette
e qualche cane

Arianna Galati

E’ tutta mia la città, ancora per qualche giorno. Posso stendere i panni in mutande, andare dal bangla in ciabatte, parcheggiare qui, anzi no lì all’ombra, no quasi quasi qua: fin dentro il portone. E arrivare al lavoro in 3 minuti, fermarsi prima a prendere il gelato senza fare la fila, essere accolta col sorriso in quei pochi negozi aperti e raccattare stracci scontatissimi perché uno in più può sempre servire la prossima, di estate. Ancora pochi giorni prima di tornare alla normalità, al traffico, alle corse. Il leitmotiv ogni anno è sempre lo stesso. «Ma quanto è bella Roma d’agosto?» ripete chi per scelta o per necessità si ritrova nel deserto capitale nella settimana centrale di agosto (unico momento in cui la città ormai si svuota solo per pochi giorni).

L’impatto per chi torna è forte, ruvido: fumi all’orizzonte, sterpaglie secche, parchi incolti, asfalto che brucia e risucchia tacchi, ancora caldo, tanto. Tutto è più evidente, a nascondere il “panorama” non ci sono auto, persone, confusione. Si ha il tempo di soffermarsi sui particolari, dalla bottega mai vista (peccato sia chiusa, ma ha i giorni contati) alle meraviglie architettoniche di una città che ormai vive solo di rendita. Peccato per quei blindati, di nuovo all’orizzonte a rovinare la cartolina. Come quell’inquietudine tornata prepotente a riempirci di dubbi. Ok, siamo a casa, ma quanto al sicuro? C’è chi anche quest’anno ha scelto le vacanze in base al posto ritenuto meno a rischio, chi ha rinunciato alla mèta stabilita per una incontrollabile paura. E ora ripete, poco convinto: «Ma quanto è bella Roma d’agosto».
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