Nell’ambulatorio medico tra virus e lamenti

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Venerdì 13 Gennaio 2017, 00:44
Anche per i medici di base 
sono ore difficilissime, 
ambulatori sotto stress.
@espansion


«Chi è l’ultimo?». «Sono io». Una mamma con una bambina in braccio, tossiscono strette l’una all’altra in corridoio, la piccola prova a togliersi il cappellino, «no, sei malata». Una, due, tre, quattro… Diciotto persone in attesa, ci vorrà più di un’ora, da far rimpiangere la fila alla posta solo che qui è una coda di starnuti e dolori. C’è la signora anziana con la sciarpa e i guanti che ha male al ginocchio, facile che torni a casa con l’influenza, chi le è seduta accanto si soffia il naso e ha brividi. Una ragazza ha la ferita di una recente operazione che le dà fastidio, un uomo col berretto la pressione alta, un altro con il bastone ha bisogno di una ricetta. «Ma il riscaldamento è acceso?». «No è freddo». «E qui ci ammaliamo tutti». Già, come nelle aule ghiacciate. Nell’ambulatorio del medico di base rimbalzano virus e lamenti, la coda arriva fino alla porta. «Un delirio», stesse scene ovunque in questi giorni, i dottori di famiglia sotto pressione come non mai. «Venite a visitare i nostri ambulatori e vedete in che condizioni stiamo lavorando», risponde qualcuno su fb a chi s’indigna per la ressa ai pronto soccorso, per le foto dei malati a terra e si chiede se i medici di base possano fare qualcosa di più per evitare che tutta quella gente vada in ospedale. L’influenza ha mandato in tilt un sistema già stressato, medici e infermieri lavorano senza respiro. Il peggio non è passato, deve ancora arrivare. Il picco vero sarà tra poco, quando il contagio arriverà anche nelle scuole. E c’è da tremare.

maria.lombardi@ilmessaggero.it
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