L’addio di Valerio «con la penna, non con il cuore»

di Marco Pasqua
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Lunedì 27 Febbraio 2017, 00:05
L’ultima lettera del ragazzo che venerdì si è tolto la vita a Regina Coeli testimonia tutta la sua fragilità
@AntigoneOnlus


Scriveva dalla sezione 2, cella numero 67, alle 9.40 di una delle ultime mattine in cui ha aperto gli occhi. Scriveva, su un foglio di carta, che non voleva più vivere, che voleva andarsene «per sempre». Ci sono tutto il dolore e la sofferenza di chi è fuggito da una struttura psichiatrica e, dopo essere stato fermato dalla polizia, è stato rinchiuso nella cella di un carcere, in un posto dove i ragazzi come lui non dovrebbero stare. «Ciao fratè, ti scrivo per dirti soltanto che mi dispiace»: inizia così l’ultima lettera che Valerio, 22 anni alle spalle e una vita ancora davanti, ha scritto alla famiglia poco prima di togliersi la vita a Regina Coeli. «Io qui sto impazzendo. Tu non puoi capire – aggiungeva Valerio – Sono stato abbandonato dall’unica ragazza che amavo. Ora sono stanco di mangiare, di fare qualunque cosa».

Valerio era ospitato in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (i Rems, ovvero le strutture che hanno preso il posto degli ospedali psichiatrici giudiziari) e da là aveva scelto di fuggire. «A questo ragazzo erano contestati solo reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Perché non è stato riportato al Rems?», si è chiesto il garante dei detenuti, Stefano Anastasia. Con la sua ultima lettera ha lanciato una richiesta di aiuto, che non ha permesso a chi doveva vigilare di evitare che si impiccasse ad un lenzuolo legato a una grata. «Se io me ne vado via per sempre, penso che voi non sentirete la mia mancanza», scriveva in stampatello, prima di congedarsi per sempre dalla famiglia: «Ora ti lascio con la penna ma non con il cuore. Ciao fratellone mio, ci ri-incontreremo. Addio?!?!». 
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