Nel 1948 passò a L'Europeo, diretto da Benedetti, e nel 1949, ancora una volta riesumando un nome editoriale del passato, fondò Il Mondo, settimanale che avrebbe diretto sino alla chiusura (1966).
Il Mondo da subito si distinse, secondo consolidata personale tradizione del suo ideatore, come una rivista idonea a fungere da centro di aggregazione e di trasmissione delle istanze intellettuali del periodo. Numero e qualità dei collaboratori e dei temi affrontati lo resero di fatto un inconsueto soggetto politico che dall'esterno si poneva come interlocutore dei gestori della vita politica, dando peraltro vita in Italia (almeno in una forma che ne consentisse influenza) al "giornalismo d'opinione".
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